ROMA - Il COVID-19 ci lascia un prima e un dopo ed è un confine di demarcazione imprescindibile. Da quasi 4 mesi l’emergenza COVID ha lasciato in secondo piano altri virus che mietono vittime e pesano fortemente sul SSN, come l’Epatite C, che ha segnato un decremento del 90% circa dei trattamenti rispetto a prima della pandemia. Tuttavia, oggi esistono gli strumenti per eliminare questo virus: l’innovazione garantita dai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) per il trattamento dell’epatite C ha avuto una portata rivoluzionaria per la possibilità di eradicare il virus in maniera definitiva, in tempi rapidi e senza effetti collaterali. L’Italia ha conseguito risultati molto soddisfacenti in vista dell’obiettivo fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di eliminare il virus entro il 2030, ma le difficoltà nell’individuare i soggetti da trattare, il cosiddetto “sommerso”, hanno rallentato il trend. Adesso diventa necessaria una vera politica di screening per avviare i pazienti al trattamento.
LA MACCHINA - Bisogna «avviare la macchina» degli screening in maniera omogenea sul territorio nazionale, che riguardi in primis i virus che più di tutti pesano sulla salute dei pazienti e sul SSN, come Sars-Cov-2 e HCV. Per l’Epatite C devono essere prese a riferimento le key populations, agendo ad esempio nei SERD e nelle carceri, con una necessaria strategia integrata e coerente tra Stato e Regioni. Le malattie da virus infatti non si abbattono solamente negli ospedali, ma soprattutto sul territorio. Bisogna potenziare la medicina del territorio e investire nelle reti territoriali, sia per le politiche di prevenzione e screening, sia per la cura e l’assistenza. In quest’ottica è necessario procedere rapidamente all’emanazione del decreto attuativo che metta a disposizione i fondi per gli screening HCV, altrimenti le risorse previste non sono utilizzabili da nessuno e quanto previsto rimane lettera morta.
LE STRATEGIE - Delle nuove possibili strategie per sconfiggere l’HCV si è parlato nell’ambito della Conferenza “Impiegare i fondi per lo screening HCV, una opportunità da non perdere” organizzata con il contributo non condizionato di Gilead Sciences. Hanno partecipato con l'on. Elena Carnevali in apertura, i clinici Felice Alfonso Nava, Direttore UO Sanità Penitenziaria e Area Dipendenze Azienda ULSS 6 Euganea; Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT; Massimo Galli, Past President SIMIT; Salvatore Petta, Segretario Nazionale AISF, che ha richiesto a gran voce un PDTA Nazionale e un maggiore coordinamento politico sanitario tra Piano Nazionale e Decreto attuativo; Sergio Babudieri, Direttore Scientifico SIMSPe, che ha presentato i nuovi sorprendenti dati all'interno del carcere; Stefano Vella, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, che ha rilanciato la politica dei distretti, per un'autentica medicina territoriale; il Presidente SIMG Claudio Cricelli, che ha dato la disponibilità dei medici di famiglia a essere parte attiva del progetto di screening; Ivan Gardini, Presidente EpaC onlus,; Loreta Kondili, Centro Nazionale per la Salute Globale - Istituto Superiore di Sanità. A moderare la mattinata di lavori, il giornalista,Daniel Della Seta, autore e conduttore su Radio Rai de “L'Italia che va...” e di “Focus Medicina”.
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