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Salute

SIMIT: Tossicodipendenza, Epatite C e HIV

Le priorità degli infettivologi e una campagna di sensibilizzazione da maggio

di Giordano D'Angelo

ROMA - Si chiamano “Key Populations” e sono le comunità di persone particolarmente e rischio infezione di malattie come Epatite C, Hiv e non solo. Una piaga di proporzioni globali sempre più difficile da combattere anche a causa delle particolari  condizioni in cui queste persone si trovano, come ad esempio la tossicodipendenza, lo stato di migrante, la detenzione e, più in generale, una situazione di svantaggio sociale ed economico.

NESSUNO SIA LASCIATO INDIETRO – E’ proprio dal tema delle Key Populations che è partito il confronto della riflessione “No one is left behind”, promosso con il contributo non condizionato di Gilead Sciences all’interno del Festival della Salute globale, che si è svolto a Padova dal 5 al 7 aprile. L'incontro ha visto ospiti alcuni dei massimi specialisti infettivologi come relatori: Massimo Andreoni, Direttore delle Malattie Infettive del Policlinico Tor Vergata Roma, Sergio Babudieri, Direttore delle Malattie Infettive dell’Università di Sassari e Direttore Scientifico della SIMSPe - Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria, e Massimo Galli, Professore Ordinario Malattie Infettive Università degli Studi di Milano, e Presidente della SIMIT - Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali.

LE CINQUE PRIORITA' DEGLI INFETTIVOLOGI - «Nelle malattie infettive, è noto che l’ambito clinico per definizione tutto cambia e tutto torna, o può tornare. Nell’arco di una vita professionale può capitare - sottolinea il Prof. Massimo Galli, Presidente della SIMIT - di cominciare occupandosi prevalentemente di epatiti e fegato, per poi dover affrontare l’emergenza di HIV e quindi trovarsi le infezioni da microrganismi multi resistenti come parte centrale della propria attività assistenziale. Il tutto affrontando malattie che possono riguardare ogni organo ed apparato, da contestualizzare in problematiche sociali e comportamentali talvolta del tutto peculiari. Nella continua necessità di conciliare competenze cliniche generaliste ad alta specializzazione, l’uso aggiornato del laboratorio diagnostico alle decisioni al letto del paziente.  Essere rete di protezione civile e servizio d’accoglienza per fragilità sociali».

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