ROMA – Un recente articolo di Youtrend.it si concentra sul turno elettorale della primavera 2019 nel quale, oltre all’elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo, si dovranno scegliere i sindaci di oltre 4.000 comuni (tra cui 250 città con più di 15.000 abitanti) ovvero circa la metà del totale.
AFFLUENZA CALANTE – Il primo dato preoccupante è l’affluenza in calo costante da dieci anni a questa parte che ha portato la partecipazione dal 76,7% del 2009 al 61,2% del 2018, se consideriamo il primo turno, e addirittura è passata dal 61,3% al 47,6% prendendo in considerazione il turno di ballottaggio.
RICONFERMA INCERTA – Ulteriore fattore di preoccupazione per i sindaci uscenti e ricandidati è che mentre nel 2009 il 73% di loro sarebbe stato riconfermato, nel 2018 questa percentuale è crollata al 44. Quindi oltre la metà dei primi cittadini è stata mandata a casa a fine mandato.
FATTORI DI RISCHIO – La bassa affluenza e l’alta volatilità del consenso elettorale fanno sì che la mobilitazione del proprio elettorato diventi un elemento critico assieme alla capacità di attrarre gli elettori astensionisti. Infatti, mantenere la propria base elettorale diventa fondamentale quando per essere eletti può bastare il consenso di un solo terzo degli aventi diritto. Altro fattore di rischio risulta essere, nei comuni maggiori, il ballottaggio nel quale le dinamiche elettorali potrebbero essere imprevedibili come si è verificato in modo emblematico a Pavia nel 2014, quando il sindaco uscente, Alessandro Cattaneo, venne sconfitto al ballottaggio fermandosi al 46,9% dei consensi pur avendo il 68% di gradimento popolare secondo le ultime indagini.
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