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Strabilianti, scommessa vinta: sport senza barriere e uguale per tutti

Strabilianti, scommessa vinta: sport senza barriere e uguale per tutti

di Maria Chiara Fantauzzi

LIVORNO – Non solo una tre giorni in cui è diventata Livorno capitale dello sport paralimpico, ma anche un punto da cui partire per un nuovo inizio dove lo sport diventa integrazione e non differenza tra atleti olimpici e paralimpici.

L’evento, promosso dal Comitato Strabilianti con il patrocinio del Comune di Livorno e la collaborazione della Fondazione Caponi, ha visto la partecipazione di vari campioni sportivi che si sono alternati nelle presentazioni e negli eventi svoltisi negli hangar creativi (ex deposito Atl in Via Carlo Mayer) sia al Campo Magnozzi.

“Con Strabilianti abbiamo voluto raccontare uno sport che non escluda nessuno. – spiega Giulia Aringhieri vicepresidente del Comitato Strabilianti e atleta paralimpica – Le persone con disabilità e non nello sport devono trovare una completa integrazione e coesione. Infatti non abbiamo voluto parlare solo di sport paralimpico, perché tra atleti non ci devono essere categorie e distinzioni, e con questo evento l’obiettivo non era -strabiliare- ma rendere normali azioni svolte da una persona con disabilità; come per l’atleta Matteo Panariello, non vedente, che tira con l’arco. In un primo momento pensi che sia strabiliante quello che fa, ma in realtà lui ha lavorato con le sue capacità raggiungendo ottimi risultati sportivi. Bisogna quindi mettere l’accento sulle abilità ed essere riconosciuti per questo”.

A queste tre giornate hanno preso parte oltre agli atleti, anche società sportive e associazioni che si occupano di disabilità, per camminare insieme verso un futuro dove atleti olimpici e paralimpici, possano gareggiare insieme nelle stesse competizioni.

“Questo è il più grande obiettivo – evidenzia Giulia Aringhieri – di gareggiare insieme senza differenziarci troppo. Questo non vuol dire negare la disabilità, che esiste e bisogna viverla e parlarne, ma è importare dare, soprattutto, la possibilità anche ai giovani di conoscere, condividere e giocare insieme senza nascondersi”.

Uno dei momenti clou dell’evento è stata la serata in memoria del Presidente Carlo Azeglio Ciampi a sei anni dalla sua scomparsa. Un riconoscimento insignito ai giovani atleti che si sono distinti nell’ambito sportivo e sociale sia in campo olimpico e paralimpico. Tra loro il pugile Roberto Cammarelle; per la scherma paralimpica, Emanuele Lambertini; per il nuoto paralimpico Simone Ciulli; l’atleta non vedente Matteo Panariello, per il tiro con l’arco; la campionessa mondiale Oro di Londra per il Judo, Giulia Quintavalle e per il nuoto olimpico Gabriele Detti. 

“La parola paralimpico – ha spiegato lo schermitore Emanuele Lambertini – non c’entra niente con la patologia che colpisce alcuni di noi. Paralimpico vuol dire parallelo rispetto all’olimpico: cioè un percorso da fare insieme come una grande famiglia”.

Durante la serata, condotta dall’attrice Daniela Morozzi e dal giornalista sportivo Marco Mazzocchi, una menzione speciale per l’atleta olimpico Aldo Montano, al quale è stata consegnata la pergamena istituzionale per il merito sportivo.

Tra i giovani premiati i ragazzi under 18 di Toscana Sport; alcuni studenti del Liceo Cencioni che hanno ideato “La corsa di Gurri”, in memoria del loro compagno Gabriele e la storia di Ahamed detto Said, che ha gareggiato ai mondiali di canottaggio para-rowing.

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