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Teatro delle Ariette riparte con "E riapparvero gli animali": in mezzo ai campi, ogni mercoledì di luglio

Teatro delle Ariette riparte con "E riapparvero gli animali": in mezzo ai campi, ogni mercoledì di luglio

Lo spettacolo fa parte di Bologna Estate 2020 il cartellone di attività coordinato dal Comune e dalla Città metropolitana di Bologna-Destinazione turistica

di Valerio Cruciani

VALSAMOGGIA (BO) - Da sei anni il mese di luglio è per il Teatro delle Ariette il tempo dedicato ai Territori da cucire il progetto di Teatro di Comunità in cinque piazze della Valsamoggia che quest’anno avrebbe portato alla creazione de “Il Vangelo del mio tempo” con il coinvolgimento di più di cinquanta cittadini. «Volevamo riflettere sul nostro presente confrontandoci con le parole del Vangelo secondo Matteo e con le parole pronunciate o scritte nel corso del Novecento da personalità che, per costruire un futuro migliore, più umano, a causa di quelle parole sono morte. Ma il nostro presente ha deragliato e niente di tutto quello che avevamo immaginato è stato possibile. Impossibili i laboratori creativi con i cittadini, impossibile il teatro in piazza senza prenotazioni e limitazioni, impossibile incontrarsi, toccarsi, abbracciarsi».

LA RIPRESA - E così per il Teatro delle Ariette, dopo questo periodo di sospensione, la ripresa avviene in mezzo ai prati, nel meraviglioso campo panoramico adiacente al suo Teatro inaugurato nel 2017, con uno spettacolo che permette di parlare del nostro presente: “E riapparvero gli animali” della scrittrice francese Catherine Zambon, interpretato da Paola Berselli, che firma anche la traduzione e la regia insieme a Stefano Pasquini, sola in scena di fronte a quaranta spettatori distanziati e disposti a U su delle sedie di legno, che sarà replicato ogni mercoledì di luglio (1,8,15,22,29 luglio ore 20.30), con il sostegno di Comune di Valsamoggia e Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con Fondazione Rocca dei Bentivoglio. Lo spettacolo fa parte di Bologna Estate 2020, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna-Destinazione Turistica.

IL TESTO - Ambientato in un futuro prossimo, il testo è un monologo nel quale una donna sui settant’anni si confessa e racconta come l’umanità ha attraversato l’Epoca dei Grandi Contagi e della Riorganizzazione Faunistica e Sanitaria fino ad arrivare a un tremendo 1 maggio. Un testo che vuole riflettere sulla pandemia e i comportamenti che provoca e potrà provocare in futuro, e vuole provare a immaginare come potrà condizionare il nostro modo di vivere, pensare, sentire.

L'ALLESTIMENTO - Sarà un allestimento essenziale, fatto di segni, presenze e suoni naturali che dialogheranno con la voce amplificata di Paola Berselli, in un incontro-scontro fecondo tra naturale e artificiale.

L'ASSEMLEA - Al termine di ogni replica, direttamente sulla scena, Stefano Pasquini condurrà un’assemblea intitolata “Il mondo di prima, il mondo di dopo” in cui sarà data la parola agli spettatori, stimolando i loro racconti autobiografici sull’esperienza vissuta e le riflessioni sul futuro che ci aspetta. Le assemblee saranno videoregistrate e costituiranno la base di lavoro per la realizzazione del film documentario “Il mondo di prima, il mondo di dopo”.

CATHERINE ZAMBON - Catherine Zambon, scrittrice, autrice e regista teatrale francese, ha letto il testo il 3 maggio scorso, commissionato dal “Salon du livre d'expression populaire et de critique sociale” di Arras (Francia) sul tema “Il mondo di dopo”. Innamorata della montagna, scrive nelle valli, nelle pianure umide, in mezzo ai vigneti e a Strasbourg-Saint-Denis, Parigi 10 ° Arrondissement dove ha vissuto fino a pochi mesi fa prima di trasferirsi definitivamente in Picardia. Ha ricevuto vari premi e numerose borse di studio, realizzato molte residenze, da La Chartreuse al Dauphiné, attraversando le terre industriali dell'altopiano del Creil e i paesaggi in altitudine della Lozère. I suoi testi, destinati a un pubblico adulto, vengono spesso messi in scena, a volte da lei. La sua scrittura è molto vicina all'oralità, tra monologo e racconto, storia reale e finzione, in cui tutto viene sussurrato prima di essere detto.

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