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Torino Film Festival, ecco i premi della 37esima edizione

Conclusa una delle più importanti rassegne cinematografiche italiane

di Giordano D’Angelo

TORINO – La 37esima edizione del Concorso Internazionale Lungometraggi, presieduta da Cristina Comencini (Italia) ha assegnato i propri premi. 

MIGLIOR FILM - Il premio più ambito, per miglior film, è andato a Hvítur, Hvítur Dagur / A white, white day di Hlynur Pálmason (Islanda/Danimarca/Svezia).

PREMIO FONDAZIONE SANDRETTE RE REBAUDENGO - Il premio è stato vinto da Le Rêve de Noura di Hinde Boujemaa (Tunisia/Francia/Qatar).

PREMIO MIGLIOR ATTRICE - Il premio è stato vinto da Viktoria Miroshnichenko e Vasilisa Perelygina, per il film Dylda / Beanpole di Kantemir Balagov (Russia).

PREMIO MIGLIOR ATTORE - Il premio è stato vinto da Giuseppe Battiston e Stefano Fresi per il film Il grande passo di Antonio Padovan (Italia).

PREMIO PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA - Il premio è stato vinto da Wet Season di Anthony Chen (Singapore /Taiwan).

PREMIO DEL PUBBLICO - Il pubblico ha deciso di premiare Ms. White Light di Paul Shoulberg (Stati Uniti).

INTERNAZIONALE.DOC - Durante il Torino Film Festival sono stati consegnati anche i premi in merito alla rassegna sui documentari. Il premio come miglior film per Internazionale.doc è stato vinto da 143 Rue du Desert di Hassen Ferhani (Algeria/Francia/Qatar). La giuria l’ha votato in quanto è «un’umile osservazione dei cambiamenti di spazio e tempo. Con Malika e lo sguardo del regista ci tuffiamo in un imprevedibile viaggio sociopolitico attraverso il cuore del deserto». Il premio speciale della giuria, invece, è stato vinto da Khamsin di Grégoire Couvert e Grégoire Orio (Francia) in quanto è «un tentativo di comprendere il passato attraverso l'arte al fine di reinventare una possibilità di futuro».

ITALIANA.DOC - Il premio per miglior film per Italiana.doc è stato vinto da Fuori tutto di Gianluca Matarrese «per il coraggio e la freschezza con cui il regista realizza un racconto intimo, rendendo il dramma della propria famiglia emblema di una crisi economica dilagante». Il premio Speciale della giuria, invece, è stato vinto da L’Apprendistato di Davide Maldi «un racconto di formazione all’interno di un universo chiuso, capace di condensare forza visiva, delicatezza e paradosso».

ITALIANA.CORTI - La Giuria di Italiana.corti ha assegnato il premio per il miglior cortometraggio a Spera Teresa di Damiano Giacomelli per essere una «graffiante e sofisticata riflessione sulla caducità del presente in relazione alla batteria della macchina da presa». Il premio Speciale della giuria, invece, è stato vinto da La Buca di Dario Fedele «per la capacità di raccontare la vitalità di chi aspetta, nonostante l'impossibilità di filmare».

PREMIO FIPRESCI - Il Premio Fipresci (Premio della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) per il Miglior film è stato vinto da Le Rêve de Noura di Hinde Boujemaa (Tunisia, Francia, Qatar) «per la sua atmosfera realistica e la sua storia veritiera, caparbia, limpida e suggestiva, girata in un luogo specifico e marginale; il film affronta infatti problemi globali riguardanti scelta, libertà, responsabilità e convenzioni sociali conservatrici, che si basano anche su bisogni umani semplici e basilari nonché sulle fondamenta di ogni società: rivalità, felicità, dominio».

PREMIO CIPPUTI  - Il premio per il miglior film sul mondo del lavoro va a Ohong Village di Lungyin Lim (Taiwan/Repubblica Ceca). Per la giuria «Lungyin Lim mette a confronto nel suo film le due facce del lavoro: quella dura e sfinente di chi fatica ogni giorno a guadagnarsi da vivere e quella gratificante e sognata di chi avrebbe trovato la strada per la ricchezza. Così il figlio del povero pescatore che torna a Taiwan dalla Cina dopo aver inseguito i miti del successo e del denaro diventa lo strumento di un confronto dove i sogni devono fare i conti con la realtà e le sirene del guadagno nascondono sconfitte e delusioni».

PREMIO CINEMA D'ACQUA - Il premio Cinema d’acqua viene conferito al miglior cortometraggio italiano.  Il vincitore di quest’anno è Apollo 18 di Marco Renda «per la capacità di celebrare il passato e parlare del presente, vedendo nell’acqua un elemento d’incontro, di comunicazione e di condivisione».

PREMIO TORINO FACTORY - Il premio Torino Factory è stato vinto, ex equo, da due film. Il primo è Manuale di storie dei cinema, di Stefano D'Antuono e Bruno Ugioli «per la meticolosità della ricerca storica, per il tono ironico, ma emotivamente carico, che tiene insieme il racconto, restando coerente fino all’ultimo fotogramma e ai saluti finali. Per il montaggio accurato che mantiene alto il ritmo dell’esposizione catturando con efficacia l'attenzione dello spettatore». L’altro vincitore è Selene di Sara Bianchi «perché la regista ha saputo raccontare in modo suggestivo una storia intima e dolorosa, capace di emozionare con delicatezza, evocando il vissuto della protagonista con rapide e eloquenti pennellate. Per la buona fotografia, la cura nelle inquadrature e l'uso narrativamente efficace del montaggio».

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