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Parlamento Europeo

Ue condanna i "campi di rieducazione" per gli uiguri in Cina

Tortura, sorveglianza digitale e detenzioni arbitrarie senza alcuna accusa

di Giacomo Zito

ROMA - I deputati condannano con forza la repressione cinese degli uiguri e chiedono al governo cinese di chiudere immediatamente i "campi di rieducazione" nello Xinjiang. I deputati condannano fermamente il fatto che centinaia di migliaia di uiguri e persone di etnia kazaka siano stati inviati in "campi di rieducazione" politica sulla base di un sistema di polizia predittiva, e esortano il governo cinese a porre immediatamente fine alla pratica delle detenzioni arbitrarie di membri delle minoranze uigura e kazaka in assenza di capi d'accusa, di un processo o di condanne per reati, a chiudere tutti i campi e i centri di detenzione e a liberare immediatamente e incondizionatamente le persone detenute, compreso il vincitore del Premio Sacharov di quest'anno, Ilham Tohti.

INTERNAMENTO - Esistono solide informazioni secondo cui gli uiguri e altre minoranze etniche, principalmente musulmane, nella provincia dello Xinjiang sono soggetti a detenzioni arbitrarie, torture, a pesanti restrizioni delle pratiche religiose e a un'ampia sorveglianza digitalizzata, sottolinea il Parlamento. I deputati chiedono alle autorità cinesi di garantire ai giornalisti e agli osservatori internazionali un accesso libero alla Regione autonoma uigura dello Xinjiang per valutare la situazione nel territorio.

LE SEGNALAZIONI - I deputati sono poi preoccupati dalle segnalazioni su atti di vessazione delle autorità cinesi nei confronti degli uiguri residenti all'estero al fine di indurli a rivelare informazioni su altri uiguri, a fare ritorno nello Xinjiang o a non parlare della situazione di tale regione, talvolta ricorrendo alla detenzione dei loro familiari.

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