Giubileo 2025, Simeoni: “Opportunità di crescita per il territorio che va colta fino in fondo”
ROMA – L’approssimarsi dell’inizio del Giubileo 2025, con l’apertura, il 24 dicembre 2024, della Porta Santa della Basilica di San Pietro, determina inevitabilmente delle riflessioni sul come stia procedendo la realizzazione delle numerosissime opere pubbliche programmate, anche in considerazione del fatto che la Città di Roma, in alcune sue parti, è ancora un vero e proprio cantiere “a cielo aperto”.
Si tratta di opere previste nel “Programma dettagliato degli interventi del Giubileo della Chiesa Cattolica per il 2025” – adottato con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, su proposta del Commissario straordinario per il Giubileo 2025, nella persona del Sindaco pro tempore di Roma – e finanziate con risorse a valere sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e con risorse specifiche per il Giubileo. Per la progettazione e/o realizzazione di tali opere, laddove previsto, ci si avvale di una società all’uopo costituita, denominata “Società Giubileo 2025”. In considerazione di ciò, si ritiene opportuno fare un po’ il punto della situazione con Giorgio Simeoni, Presidente della Commissione speciale Giubileo 2025, istituita in seno al Consiglio regionale del Lazio.
Presidente Simeoni ci dica un po’ la sua sul Giubileo 2025
La prima riflessione che mi viene da fare è che tutti, giustamente, sia da uomini delle istituzioni sia da cittadini, siamo presi dai cronoprogrammi procedurali e finanziari associati a ognuna delle opere pubbliche programmate per il Giubileo 2025, tutti ci interroghiamo sulla funzionalità, sull’effettiva utilità rispetto a tale evento degli interventi previsti, e rischiamo però di dimenticarci il senso, il significato vero, profondo e fondamentale, sotto il profilo spirituale, ecclesiale e sociale, dell’Anno Santo, rischiamo di dimenticarci che il Giubileo è, innanzi tutto, un evento di fede e di cultura della Chiesa cattolica, il periodo durante il quale il Papa concede l’indulgenza plenaria [ossia la remissione, la cancellazione totale della pena temporale dovuta per i peccati già confessati e perdonati sacramentalmente N.d.R.], espressione piena della misericordia di Dio come ricorda Papa Francesco, ai fedeli che si recano a Roma e compiono particolari pratiche religiose, quali pregare e fare un’opera di pietà, di misericordia o di penitenza.
Certo ha ragione, tuttavia, e inevitabilmente, non si può non parlare di tutto ciò che di meno spirituale e più “materiale” ruota intorno al Giubileo
Sicuramente, sono pienamente consapevole, non mi sfugge il fatto che il Giubileo 2025 è anche, attraverso la realizzazione di importanti opere e il potenziamento di alcuni servizi, un’occasione per certi aspetti quasi irripetibile di crescita e sviluppo della Città di Roma, ma pure, più in generale, di altri territori e comunità della Regione Lazio, soprattutto se collocata in un quadro congiunturale generale in cui, non di rado, i bilanci degli enti pubblici sono in sofferenza, in cui c’è uno straordinario bisogno di alimentare “volani” che aiutino a uscire da una prolungata fase di stagnazione economica, come peraltro stanno egregiamente provando a fare il governo nazionale e quello regionale.
Ma come ci mettiamo rispetto ai ritardi che sembrerebbero palesarsi nella realizzazione, a Roma, di interventi programmati, anche tra quelli che sono stati indicati, dalla normativa statale di riferimento, come “essenziali e indifferibili”?
I ritardi nella realizzazione degli interventi sono purtroppo una singolarità del nostro Paese e lo dico di certo non con lo spirito di rassegnazione che talvolta pervade chi esercita un ruolo istituzionale, ma partendo semplicemente dalla constatazione che ogni grande evento è, purtroppo, sistematicamente caratterizzato, sul piano operativo e fattuale, da ritardi e dalla rincorsa delle scadenze dettate dai relativi cronoprogrammi. Ritardi da cui spesso scaturisce, come diretta conseguenza, la crescita esponenziale dei disagi e delle difficoltà a carico dei cittadini che, direttamente o indirettamente, sono interessati dall’intervento. Tali ritardi dipendono dai più disparati motivi ma, in tal senso, non vi è dubbio che il nostro Paese necessiti della sostanziale affermazione di un concetto chiave, essenziale per qualsiasi buona azione di governo, che è quello della semplificazione amministrativa. Semplificare significa fondamentalmente “tagliare” passaggi procedurali, controlli, adempimenti superflui se non addirittura inutili, e questa operazione richiede anche la razionalizzazione della legislazione in determinate materie e dunque una revisione e un aggiornamento dell’ordinamento giuridico.
La Commissione speciale Giubileo che presiede che cosa sta facendo?
La Commissione speciale che mi onoro di presiedere devo dire che sta cercando di fare fino in fondo la sua parte, con impegno e senso di partecipazione da parte di molti commissari, sia di maggioranza sia di minoranza. Naturalmente il suo obiettivo primario è quello di favorire il processo partecipativo e conoscitivo dei cittadini e delle associazioni ai temi che riguardano il Giubileo, ma anche quello di promuovere e realizzare momenti di confronto e raccordo tra gli enti e le autorità a vario titolo competenti e, in tal senso, di provare a contribuire al superamento di eventuali criticità e ostacoli alla realizzazione di singoli interventi, oltre che naturalmente di monitorare il rispetto delle procedure di quelli di essi che vedono la Regione Lazio quale amministrazione proponente e/o soggetto attuatore. Ci siamo fatti interpreti poi, come Commissione, di un’iniziativa legislativa che si è tradotta in alcune disposizioni normative contenute nella legge di stabilità regionale 2024, che prevedono il finanziamento di attività progettuali che presentino un carattere di strumentalità, di funzionalità diretta o indiretta, alle celebrazioni del Giubileo, con particolare riferimento all’accoglienza, alla partecipazione e alla fruizione in sicurezza dei luoghi di culto da parte dei pellegrini. Si prevede che dette attività progettuali siano proposte dai comuni, in forma sia singola sia associata, anche previo coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati, tra cui le parrocchie, le diocesi del Lazio, gli istituti cattolici.
Prossimi obiettivi?
Procedere, in particolare, con un’audizione del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, nella sua veste di Commissario straordinario per il Giubileo 2025, per verificare, insieme a loro, il grado di attuazione e il rispetto del cronoprogramma degli interventi in corso di realizzazione e, in tal modo, provare a capire se vi siano o meno situazioni di impasse o criticità. Un’altra audizione in programma è quella con un rappresentante del Vaticano, il mio auspicio è che possa essere Monsignor Rino Fisichella, com’è noto incaricato da Papa Francesco al ruolo di responsabile dell’organizzazione dell’Anno Santo, ma anche con un rappresentante della Società Giubileo 2025. Penso, inoltre, che faremo delle riunioni della Commissione fuori dalla sede istituzionale del Consiglio regionale, dopo l’entusiasmante e al tempo stesso toccante esperienza della riunione tenutasi lo scorso 26 luglio a Viterbo presso il Palazzo dei Papi, al cospetto delle più qualificate autorità ecclesiastiche e istituzionali del territorio provinciale, riunione fortemente voluta dal capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Daniele Sabatini, che ringrazio convintamente. Portare la Commissione sui territori della Regione credo che possa, da un lato, recare una testimonianza di vicinanza alle comunità che insistono sugli stessi e, dall’altro, concorrere a meglio cogliere le loro esigenze e, consequenzialmente, a farsene più puntualmente interpreti nelle sedi istituzionali competenti. Un altro sicuro obiettivo, su cui sto pervicacemente lavorando da tempo con l’Ordine dei medici di Roma e provincia, è quello di dotare la Città di Roma, in vista dell’imponente arrivo di decine di milioni di pellegrini per il Giubileo, di un efficace sistema di defibrillazione precoce, così da poter fare fronte al proporzionalmente moltiplicato rischio di casi di arresto cardiocircolatorio e garantire, attraverso un tempestivo intervento, non solo le maggiori percentuali di sopravvivenza delle persone interessate, ma anche di contrastare le possibili conseguenze di danni cerebrali irreversibili alle medesime. Un intervento questo certamente utile per il Giubileo, ma che poi resterà tale anche per il futuro e che prevede, tra l’altro, la formazione mirata di migliaia di operatori, da reclutare tra il personale sanitario e laico, affinché siano autorizzati a impiegare i defibrillatori all’occorrenza.
Un messaggio finale?
Parafrasando il motto del Giubileo 2025 “Pellegrini di speranza”, scelto da Papa Francesco, pur con le difficoltà prima accennate la mia “speranza da pellegrino” è che ci sia davvero uno sforzo comune, da parte di tutte le istituzioni pubbliche, affinché sia scongiurato il rischio che anche il Giubileo 2025 diventi l’ennesima occasione persa per migliorare la nostra Regione e la Capitale in particolare, e quindi la qualità della vita della nostra Comunità. Sotto tale profilo, non posso che esprimere un sincero e convinto apprezzamento per l’operato del Presidente Rocca e del Direttore generale della Giunta regionale, dott. Alessandro Ridolfi, che, ciascuno per la parte di propria competenza, si stanno prodigando affinché le cose procedano nel verso giusto, manifestando ancora una volta quel profondo ed elevato senso delle istituzioni che li ha sempre caratterizzati nel loro agire nella veste pubblica.