“Viaggia e assaggia il Lazio”: primo concorso di cucina regionale
ROMA – Lo scorso 20 febbraio si è svolto, nell’aula magna della sede di via dei Genovesi in Roma dell’Istituto professionale per i servizi per enogastronomia ed ospitalità alberghiera Vincenzo Gioberti”, il primo concorso di cucina regionale “Viaggia e assaggia il Lazio”, a cui hanno partecipato studenti del terzo anno delle scuole per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera del Lazio I.P.S.E.O.A. “Amerigo Vespucci” di Roma, I.S.I.S.S. “Pacifici e De Magistris” di Sezze, Istituto di Istruzione Superiore “Domizia Lucilla” di Roma, I.P.S.E.O.A. “M. Buonarroti” di Fiuggi, I.P.S.E.O.A. “A. De Gasperi” di Palombara e I.P.S.S.A.R. “U. Tognazzi” di Velletri.
La cucina del Lazio, com’è noto, si caratterizza per un numeroso e diversificato insieme di piatti, con un assortimento, quanto a profumi, sapori, gusti e tradizioni, difficilmente rinvenibile altrove. Tali piatti ci dicono del territorio e della sua storia, sono spesso rivelatori di una biodiversità, di una coesistenza di diverse specie animali e vegetali che trovano un equilibrio attraverso le loro reciproche relazioni. Sono d’altronde la varietà e la specificità del paesaggio regionale, caratterizzato da tantissimi ambienti naturali diversi, e il fatto che il Lazio è sempre stato luogo di incontro di culture diverse, che si sono mescolate e reciprocamente contaminate, che rendono i “saperi e sapori culinari” della Regione pressoché esclusivi.
Una cucina, quella laziale, spesso espressione della cultura e tradizione contadina e pastorale, ispirata a materie prime povere, radicatissima al territorio, generosa espressione di sapori originari e antichi tradotti in ricette dal fascino risalente ed evocativo. Una cucina, è bene ricordarlo, che è indubbiamente un’ambasciatrice del territorio, un eccellente strumento di marketing per l’immagine della Regione, che costituisce con i suoi piatti uno strumento di cultura identitaria rivelatore dell’identità sociale ed etnoantropologica del territorio, in cui si fondono riti, influenze e tradizioni, e quindi anche del legame alle radici che unisce i componenti della comunità che su di esso insiste.
Il primo concorso di cucina regionale “Viaggia e assaggia il Lazio” si è mosso esattamente nella direzione indicata, avendo tra i suoi obiettivi quello di valorizzare e promuovere la tradizione gastronomica del Lazio attraverso l’uso delle materie prime locali ma, al tempo stesso, anche quello di innovare e incentivare la creatività culinaria degli studenti, incoraggiandoli a reinterpretare, nell’occasione, un piatto tipico regionale, la “Cacio e Pepe”, attraverso l’attualizzazione della ricetta storica, sia pure conservando la qualità e i sapori dei prodotti/ingredienti utilizzati, rigorosamente espressione del territorio su cui insiste la scuola. Naturalmente tra gli obiettivi di un concorso riservato a tali istituti professionali anche quello di educare e sensibilizzare gli studenti sull’importanza della qualità degli ingredienti locali e delle tecniche culinarie.
Ciascuna scuola partecipante alla prova ha individuato due studenti, che avevano a disposizione 40 minuti per preparare la loro versione della “Cacio e Pepe”; terminata la preparazione, ogni coppia di studenti aveva poi 10 minuti per presentare alla giuria – composta da Rocco Lutrario, in qualità di presidente, Sara Costantini, Luca Frezza, Donato Savino, Matteo Semorile e Daniele Zaccagnini, quest’ultimi ex alunni dell’I.P.S.E.O.A. Vincenzo Gioberti – il proprio piatto in abbinamento con un vino tipico del territorio, e motivare le proprie scelte. La valutazione della giuria riguardava la tecnica di preparazione, il gusto e struttura del piatto, la presentazione della ricetta e dei prodotti tipici utilizzati e l’abbinamento cibo-vino.
All’esito della valutazione è risultato vincitore, in un clima di coinvolgente, trasparente e positiva partecipazione, l’I.P.S.E.O.A. “A. De Gasperi” di Palombara, seguito al secondo posto dall’I.P.S.E.O.A. “Amerigo Vespucci” di Roma e al terzo posto dall’I.P.S.S.A.R. “U. Tognazzi” di Velletri.
Menzioni speciali sono state riconosciute all’I.S.I.S.S. “Pacifici e De Magistris” di Sezze (per “La valorizzazione del prodotto utilizzato”), all’I.P.S.S.A.R. “U. Tognazzi” di Velletri (per “Le tradizioni del territorio”), all’I.P.S.E.O.A. “M. Buonarroti” di Fiuggi (per “L’attenta ricerca del prodotto utilizzato”), all’Istituto di Istruzione Superiore “Domizia Lucilla” di Roma (per “Il connubio tra innovazione e tradizione”), all’I.P.S.E.O.A. “Amerigo Vespucci” di Roma (per “La pulizia ed organizzazione del posto di lavoro”) e all’I.P.S.E.O.A. “A. De Gasperi” di Palombara (per “La comunicazione e il lavoro in team”), nonché all’I.P.S.E.O.A. Vincenzo Gioberti di Roma (per “La collaborazione e l’impegno”), istituto organizzatore che ha partecipato fuori concorso.
E, a proposito dell’I.P.S.E.O.A. Vincenzo Gioberti, non poteva mancare, a chiusura di questo articolo, un riconoscimento, un apprezzamento speciale alla “padrona di casa”, la prof.ssa Carla Parolari nella sua qualità di dirigente scolastica di tale istituto, che, con l’impeccabile stile e lo squisito senso dell’ospitalità che costantemente la contraddistinguono, ha condotto con sapiente e sobria regia l’evento in ogni sua fase, fino alla premiazione e alla degustazione finale, coadiuvata nell’occasione dagli ideatori e coordinatori dell’evento stesso, i docenti Luca Bottoni e Claudio Matrecano.
Ma, più in generale, va detto che la prof.ssa Parolari esprime al meglio le sue capacità manageriali anche nella gestione della sua scuola, che include, nell’ambito dell’indirizzo di studio “Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera”, le articolazioni in “Enogastronomia”, “Servizi di sala e di vendita” e “Accoglienza turistica” e che lavora costantemente all’organizzazione attenta e capillare dei percorsi in alternanza scuola-lavoro (ridenominati “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”), perseguendo la finalità di assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro, alternando la formazione teorica in aula con l’esperienza pratica all’interno di un ambiente lavorativo e favorendo l’orientamento dei giovani stessi per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali, così da introdurli o orientarli nel mondo del lavoro ovvero orientarli nel proseguimento degli studi superiori. Una scuola, la sua, inoltre particolarmente attenta alla valorizzazione delle potenzialità di ciascun studente attraverso la personalizzazione dei processi di insegnamento/apprendimento e che si distingue, in particolare, per l’organizzazione di una dinamica scolastica inclusiva, elevandosi a eccellenza in tal senso in quanto vanta una lunga tradizione di accoglienza di studenti diversamente abili (DA), con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e con bisogni educativi speciali (BES), per i quali è previsto un ampio ventaglio di opportunità formative, con strategie e contenuti disciplinari adeguati a favorirne l’inclusione e l’autonomia personale; in particolare, nel corrente anno scolastico tali studenti ammontano, complessivamente, a ben oltre il 40% del totale degli studenti iscritti.