L’Art Week di Milano
MILANO – Da 1 a 6 aprile si terrà a Milano la Milano Art Week, l’evento dedicato alla valorizzazione e alla fruizione dell’arte in tutte le sue forme. L’iniziativa verrà promossa dal Comune di Milano, coordinata dall’Associazione Arte Totale – composta da ArtsFor_, Artshell e MAC -Milano Art Community, in collaborazione con miart e con le principali istituzioni culturali pubbliche e private milanesi.
Anche quest’anno si punterà sulla multidisciplinarietà dell’espressione artistica. Saranno, infatti, moltissimi e variegati gli eventi, che vedranno non solo l’installazione di mostre e spazi espositivi, ma anche l’organizzazione di talk, incontri, progetti a tema, per un coinvolgimento a 360 gradi di visitatori, artisti, critici e amanti dell’arte.
Tra le varie iniziative, un ruolo principale sarà svolto da miart 2025, la fiera d’arte milanese che si terrà dal 4 al 6 aprile sotto la direzione di Nicola Ricciardi. Saranno 179 le gallerie che esporranno, provenienti da trenta paesi e cinque continenti. Ne spiccano alcune tra le più celebri a livello internazionale: Ben Brown Fine Arts, Sadie Coles HQ, MASSIMODECARLO, Meyer Riegger, Victoria Miro, Esther Schipper.
Il tema della fiera è Among friends, duplice omaggio: all’arte come forma di sincronia e dialogo tra amici, appunto, e a Robert Rauschenberg (22 ottobre 1925 – 12 maggio 2008), artista innovatore e pluriespressivo, la cui ultima grande retrospettiva del 2017 al MoMa di New York portava proprio il nome di Among friends. Rauschenberg ha rivoluzionato la scena dell’arte contemporanea, inserendo il suo lavoro sul terreno già battuto dell’avanguardia ma, interiorizzandone gli esiti. Se, infatti, la sua arte dialoga con la pop art e con l’espressionismo astratto di Pollock e Rothko e fa tesoro della lezione dadaista, non rimane, però, nei recinti della possibilità. Per Rauscheberg, infatti, l’atto artistico stesso diventa mezzo di esplorazione – prima ancora che di espressione – della vita. E allora, come i dadaisti, ma oltre Dada, l’oggetto non viene solo decontestualizzato per rivendicare la sua natura di opera d’arte, ma viene trasfigurato, personalizzato dall’autore stesso e dal suo pubblico, diventando esperienza di vita. “Painting relates to both art and life. Neither can be made. (I try to act in that gap between the two)” dice Rauscheberg in una nota dichiarazione del 1959. E allora il dialogo è tra arte e vita, ma anche tra forme d’arte diversa, tra artista e fruitore, tra materiali diversi, tra ambiti diversi (si ricordi l’istituzione di E.A.T. -Experiments in Art and Technology-, un’organizzazione che metteva in contatto artisti e ingegneri).
Proprio per la natura di questo dialogo aperto, allora, la scelta del tema di MiArt appare quanto più calzante.
La fiera si articolerà in tre sezioni. Quella principale è Established, con il percorso tematico Timescape, in cui i grandi artisti del Novecento dialogano con la contemporaneità.
Segue poi la sezione Emergent, curata da Attilia Fattori Franchini, che, con 25 spazi espositivi provenienti da diversi continenti, si presenta come terreno di presentazione delle nuove proposte artistiche.
Conclude la fiera la sezione Portal, curata per la prima volta da Alessio Antoniolli e che accoglie dieci progetti monografici che spaziano attraversano discipline, geografie e temporalità.
Oltre ai padiglioni della Fiera, numerosi sono gli spazi e gli eventi che animeranno la città.
In Triennale Milano si potrà ammirare John Giorno: a labour of LOVE, prima mostra italiana dedicata all’archivio del poeta e performer americano, mentre il Museo del Novecento ospiterà un’altra esposizione dedicata a Raushenberg dal titolo Rauschenberg e il Novecento, curata da Gianfranco Maraniello, Nicola Ricciardi e Viviana Bertanzetti. Al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea – verrà istallata la prima grande retrospettiva in Italia dell’artista iraniana Shirin Neshat – e Palazzo Reale accoglierà il progetto site-specific di Nico Vascellari.
Una settimana imperdibile per gli amanti dell’arte, dunque, ma anche per tutti colore che desiderino approcciarsi al mondo artistico in un modo meno convenzionale e più immersivo.