Università pubblica o privata? Tradizionale o telematica?

ROMA – La scelta di un percorso universitario per completare la propria formazione origina quasi sempre dei dubbi al neodiplomato, così come peraltro incertezze può determinare la scelta di frequentare un’università pubblica piuttosto che un’università privata.

L’orientamento universitario è un processo complesso, soprattutto perché costituisce un passo decisivo per costruire il futuro di uno studente in termini di vera e propria “traiettoria di vita”, prima ancora che di obiettivi lavorativo-professionali. Tale percorso, infatti, riflette anche i valori, gli interessi, le inclinazioni e le aspirazioni dello studente e, in siffatta direzione, pure la scelta, possibilmente consapevole e informata, del tipo di ateneo in cui andare a studiare assume per lo stesso un rilevante significato.

Sotto questo ultimo profilo, l’università pubblica e quella privata rappresentano indubbiamente due distinti modelli di accesso al sapere, caratterizzati da non poche differenze.

Poi, come in tutti i “mercati”, perché anche quello universitario è un mercato i cui “clienti” sono gli studenti, esistono le generalizzazioni, i “luoghi comuni” e, tra questi, quelli più diffusi sono che nelle università private, fatta eccezione per alcune, il percorso di studi sarebbe decisamente meno impegnativo e pertanto più veloce, gli esami sarebbero certamente più “semplici”, il livello dei docenti non sempre sarebbe all’altezza, il titolo di studio conseguito sarebbe indiscutibilmente meno prestigioso di quello conseguito nelle università pubbliche ma, ciò nonostante, è ingiustamente equiparato a quello di quest’ultime: diversamente detto, le università private costituirebbero una “scorciatoia”, in particolare per i “figli di papà”, per approdare a un prezzo più elevato all’agognato titolo di studio.

A parere di chi scrive, le generalizzazioni non costituiscono mai una fedele rappresentazione della realtà o meglio, più esattamente, sono una parziale raffigurazione della stessa.

Certo che le rette delle università private siano generalmente più alte delle tasse delle università pubbliche non vi sono dubbi, anche per effetto dei costi aggiuntivi per servizi come la mensa o i laboratori, così come è vero che le prime a volte offrono agli studenti una preparazione più mirata e un accesso più agevole al mercato del lavoro, dando l’opportunità agli studenti di svolgere stage e tirocini presso aziende a cui sono collegate.

Un altro fattore che distingue le università private è sicuramente quello del minore affollamento a causa del filtro, della selezione preventiva dovuta ai costi delle rette e al ricorrente numero chiuso, fattori questi che consentono di disporre di classi di studenti non numerose, supporto personalizzato e tutoraggio per i medesimi, servizi digitali efficienti.

Tra le università private si distinguono poi le università telematiche, note anche come università online, introdotte in Italia, accanto agli atenei tradizionali, a partire dagli anni 2000, che erogano corsi di laurea e altri percorsi formativi attraverso la didattica a distanza, in particolare tramite il ricorso a piattaforme e-learning, con l’obbligo di svolgere in presenza solamente gli esami di profitto e la discussione della tesi. Attualmente sono undici, tutte private, quelle riconosciute che rilasciano titoli di studio con lo stesso valore legale di quelli rilasciati dalle università tradizionali.

Le ricordate condizioni determinano che gli studenti possono seguire le lezioni, accedere al materiale didattico, interagire con i docenti e tutor senza la necessità di essere presenti fisicamente in aula.

Ed è proprio la gestione della didattica e comunicazione con gli studenti attraverso strumenti digitali, e la conseguente flessibilità in termini di orari e luogo di studio propria di un’aula virtuale, che rende le università telematiche accessibili a una platea più vasta, in particolare agli studenti che per ragioni logistiche avrebbero difficoltà a raggiungere un ateneo fisico o che troverebbero complicato poter conciliare lo studio con gli impegni lavorativi e/o familiari.

Sentiamo al riguardo il dott. Giuseppe Ceravolo, tutor e responsabile del polo di orientamento della Multiversity S.p.A., proprietaria delle tre università private telematiche Pegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma.

“La nostra ambiziosa mission – dichiara il dott. Ceravolo – è ‘di consentire agli studenti di oggi di realizzare il mondo di domani’. L’abbondanza e la varietà dei percorsi di laurea, le diverse forme di supporto agli studenti, la possibilità di studiare online a distanza dove e quando si vuole e di sostenere gli esami in presenza presso la sede più vicina alla propria residenza, vista la presenza capillare delle sedi nel territorio, costituiscono un’opportunità straordinaria per i nostri studenti”.

“Si registra purtroppo una tendenza a screditare le università private digitali e chi si forma e laurea presso di esse – prosegue il dott. Ceravolo – ma sono fermamente convinto che il grado di apprendimento e il livello delle competenze che si raggiungono dopo aver frequentato qualsiasi corso di studi e in qualsiasi università telematica dipenda molto dal grado di impegno profuso dallo studente. Prova ne sia che molti dei nostri laureati ricoprono oggi posizioni di rilievo all’interno di aziende multinazionali”.

“Un aspetto di non poco conto vorrei sottolineare – conclude il dott. Ceravolo – ed è il risparmio in termini economici per le famiglie di studenti che frequentano un’università digitale. Secondo dei dati statistici, infatti, uno studente fuori sede che frequenta un’università tradizionale grava sulla propria famiglia per una cifra che varia tra i 10 e i 15 mila euro l’anno, spesa che si riduce, per le ragioni indicate, fino a 2000 euro l’anno per uno studente che frequenta invece un’università telematica. Si tratta di un fattore, dal punto di vista sociale e culturale, di centrale importanza, perché dà la possibilità anche alle famiglie meno abbienti di poter far studiare i propri figli e che trova verosimilmente la più evidente manifestazione nel fatto che negli ultimi anni il numero degli studenti che si rivolgono a questi atenei digitali sono più che quintuplicati e, probabilmente, sarà destinato a crescere ulteriormente considerata la crescente lievitazione dei canoni di locazione nelle città universitarie. Mi preme evidenziare, infine, l’importante attività di orientamento che riusciamo ad assicurare agli studenti, affinché facciano una scelta ragionata e consapevole del percorso di studi che più si adatti alle loro esigenze e aspirazioni personali”.