Firenze, il 5 e 6 giugno la seconda edizione della Conferenza Internazionale Renaissance in Economics

FIRENZE – Firenze ospita la seconda edizione della Conferenza Internazionale “Renaissance in Economics”: fra transizione ecologica, giustizia sociale e innovazione, gli studi e le ricerche in corso per realizzare un’economia più umana

Dopo il successo della prima edizione, torna a Firenze la Conferenza Internazionale “Renaissance in Economics. Manifesto for New Economy”, il grande evento internazionale dedicato a un nuovo paradigma economico basato su bene comune, sostenibilità integrale e generatività sociale. L’appuntamento è fissato per il 5 e 6 giugno 2025, con due giornate ricche di incontri, dialoghi che vedrà la partecipazione di oltre 40 sessioni scientifiche con più di 200 relatori e relatrici internazionale provenienti da più di 20 paesi nel mondo.

“Nell’era dell’intelligenza artificiale e della comunicazione social la comunità globale sembra soffrire sempre di più di povertà da intelligenza relazionale, con la logica del conflitto che rischia di prevalere su quella della cooperazione distruggendo valore economico e sociale. Per questo pensiamo ci sia sempre più bisogno di fare ricerca e di riflettere assieme per allargare orizzonti e visioni dell’economia fondate su visioni di persona, impresa capaci di generatività, impatto sociale ed ambientale e maggiore ricchezza di senso del vivere. E quindi di un paradigma economico sempre più in grado di cogliere le interdipendenze tra i fenomeni e di economisti sempre più consapevoli dell’importanza della terza missione e del loro ruolo sociale” – dichiara Leonardo Becchetti, Direttore del Festival Nazionale dell’Economia Civile e tra gli organizzatori dell’evento.

La conferenza riunirà studiosi, economisti, giovani ricercatori e protagonisti della società civile provenienti da tutto il mondo per confrontarsi sul ruolo trasformativo dell’economia, alla luce delle sfide globali: giustizia climatica, coesione sociale, partecipazione democratica, impatto generativo.

“Questo tempo è cruciale per capire il futuro che vogliamo – continua Mario Biggeri, Professore dell’Università degli studi di Firenze e nel comitato organizzatore della conferenza – Questa conferenza internazionale Renaissance in Economics, reclama con i giovani un ripensamento dei processi di sviluppo, meglio, un Rinascimento dal volto umano e in armonia con il creato. Solo un Rinascimento dell’economia, intesa come disciplina e come pratica, è in grado di cambiare la narrativa obsoleta dell’Homo oeconomicus che ci ha lasciato in eredità sacche di povertà, enormi diseguaglianze, emergenze climatiche e ambientali e una società conflittuale ed individualista”.

Il programma prevede sessioni plenarie, panel tematici paralleli, esperienze dal territorio e momenti culturali in collaborazione con reti internazionali e università italiane. Tra i temi al centro della seconda edizione sono i 5 pilastri del Manifesto della Nuova Economia, che sarà ancora possibile firmare, oltre ai temi del futuro dell’economia in Europa e quello dell’impatto della transizione digitale ed ecologica sui sistemi produttivi locali.

Un’attenzione particolare sarà dedicata al coinvolgimento di tutta la Comunità Scientifica con un momento assembleare unico che presenterà una proposta di lavoro nazionale per ripensare il ruolo della Terza Missione universitaria oggi, la valorizzazione delle soft skills per la progressione delle carriere e il tema della multidisciplinarietà nelle riviste scientifiche, necessaria per includere i temi dell’economia sociale e civile all’interno del dibattito accademico.

“E’ questa una nuova occasione per riportare il paradigma dell’Economia civile nei ‘cantieri della conoscenza’ quali sono le Università, dove la molteplicità degli approcci che hanno caratterizzato la storia delle dottrine economiche dovrebbe essere studiata”, sottolinea il direttore generale di Federcasse, Sergio Gatti. “Ma nelle Facoltà economiche sono ancora pochi gli insegnamenti che consentono di conoscere e approfondire il paradigma antico eppure modernissimo dell’Economia civile, non a caso definita dal fondatore Antonio Genovesi anche Scienza della pubblica felicità. Nato nell’Università Federico II di Napoli, questo approccio puntava sulla fiducia e sulla mutualità come metodi per risolvere insieme problemi comuni. La Scuola italiana dell’Economia civile assumeva già a fine Settecento che la ricerca dell’interesse personale non si trasforma automaticamente in bene comune. Il perseguire gli obiettivi privati si può trasformare in un ben vivere civile, oggi diremmo in una prosperità condivisa – continua Gatti – solo all’interno della civitas secondo Genovesi. Quindi il mercato era considerato il mezzo, mentre la coesione sociale e la felicità condivisa erano il fine”.

È particolarmente significativo che un numero crescente di economisti di diversi Paesi si stiano riconoscendo nei contenuti del Manifesto dell’Economia civile e che molti di loro si siano dati appuntamenti in luoghi, come le Università e il mondo della formazione, dove soprattutto i giovani ricercatori possono essere i protagonisti della diffusione di nuove regole per governare la casa comune e contribuire a creare ben-essere sostenibile e diffuso. “Un impegno che assume un significato nuovo e particolare al termine del pontificato di Francesco che intervenne con un messaggio al Festival dell’Economia civile 2023 e mentre si avvia quello di Leone XIV – continua Gatti – Nelle sue prime parole dopo l’elezione l’8 maggio papa Prevost ha indicato nell’ascolto, la condivisione e la reciprocità le condotte per costruire il bene comune”.

“Il Rinascimento ha rappresentato una rinascita culturale e sociale dopo un periodo di crisi, oggi abbiamo l’opportunità di dar vita a un vero e proprio “Rinascimento Economico” – prosegue Fabiola Di Loreto, Direttrice generale di Confcooperative – L’impresa cooperativa incarna questo spirito di rinnovamento perché mette al centro la persona, non il capitale, creando un equilibrio virtuoso tra sostenibilità economica e impatto sociale.

È essenziale sviluppare nuovi modelli di politiche pubbliche che: valorizzino l’economia sociale, creino ecosistemi normativi favorevoli all’innovazione sociale e alla co-progettazione tra pubblico e privato; misurino il successo non solo in termini di PIL, ma anche di benessere collettivo e sostenibilità sociale ed economica”. Conclude Di Loreto – “Siamo pronti a collaborare con le istituzioni per costruire insieme politiche pubbliche che facilitino questa transizione verso un’economia più umana e sostenibile, in cui il valore generato sia equamente distribuito e contribuisca al bene comune”.

La conferenza è inserita all’interno della programmazione del Festival Nazionale dell’Economia Civile ed è promossa e organizzata dall’Università degli Studi di Firenze, Confcooperative, Federcasse-BCC,  NeXt Economia, con il sostegno di Fondosviluppo e CNR in collaborazione con Sites, Sied, Siecon, Aissec, Cimet, con la possibilità di partecipare sia in presenza che online.