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"A Sud di Bella Ciao” in tour  in vista dell’album in uscita in autunno

"A Sud di Bella Ciao” in tour in vista dell’album in uscita in autunno

Le date in Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Valle d’Aosta, Sardegna, Lazio e Campania

di Maria Chiara Fantauzzi

ROMA - Dopo il recente clamoroso successo in Austria, “A Sud di Bella Ciao”, il nuovo progetto musicale diretto da Riccardo Tesi, torna in Italia per un tour che toccherà Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Valle d’Aosta, Sardegna, Lazio e Campania, e che anticipa l’uscita ufficiale dell’album, prevista dopo l’estate. “A Sud di Bella Ciao” è il naturale seguito di un fortunato progetto del 2014 che ha portato in giro per il mondo la musica popolare italiana. Stavolta, grazie a nuovi canti e nuovi arrangiamenti, la bussola punta decisamente verso l’Italia meridionale con i ritmi della tammurriata, del ballo tondo e della pizzica, con le melodie figlie delle influenze mediterranee, e con la poesia, più lirica nei canti d'amore e più cruda nei canti di rivolta.

LA STORIA - Riccardo Tesi (organetto, direzione musicale), Elena Ledda (voce), Lucilla Galeazzi (voce), Alessio Lega (voce, chitarra), Nando Citarella (voce, tamburello, chitarra battente), Maurizio Geri (voce, chitarra), Gigi Biolcati (percussioni, voce), Claudio Carboni (sax) guidano l’ascoltatore in un viaggio nel passato che aiuta ancora una volta a capire e decifrare il nostro presente. "A Sud di Bella ciao" volge lo sguardo a un percorso parallelo e ricchissimo, dove la storia si combina con la magia e la leggenda, dove la ritualità risveglia il mondo contadino, dove la sensualità si mischia alla fatica.

 

LA STORIA

Lo spettacolo “Bella Ciao” del 2014 nasce come omaggio, a cinquant’anni dal debutto, all’omonimo

progetto che nel 1964, al Festival dei Due Mondi di Spoleto, decretò la nascita del Folk Revival in Italia. Non era, come molti pensano, uno spettacolo esclusivamente politico, ma un vero e proprio "affresco" del mondo popolare attraverso i momenti di festa, amore, lavoro, fede religiosa, protesta, resistenza; la sua grande forza era quella di mostrare un’altra storia d’Italia, un modo diverso di intendere la cultura. Tuttavia lo spettacolo aveva una connotazione geografica fortemente settentrionale, poiché all’epoca le ricerche sui canti popolari - ancora in fase pionieristica - non avevano ancora affrontato l’immenso repertorio del sud. Ci pensò Dario Fo, due anni dopo, con il suo "Ci ragiono e canto", con la siciliana Rosa Balistrieri e del coro sardo Galletto di Gallura, a dare il via ad un vero e proprio Rinascimento del folk meridionale: Nuova Compagnia di Canto Popolare, Maria Carta, Tenore di Orgosolo e Bitti sono successi internazionali; vengono alla ribalta cantastorie tradizionali o moderni come Cicciu Busacca e Otello Profazio, cantautori ancorati alla tradizione come il pioniere Modugno, Matteo Salvatore, Enzo del Re. Fino ad arrivare agli anni nostri e alla diffusione capillare del tarantismo salentino, iniziato con lo storico Canzoniere Grecanico Salentino.

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