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Città e territorio periurbano: un progetto “verde”

Città e territorio periurbano: un progetto “verde”

Di città verdi e di dissesto idrogeologico si è parlato all'EIMA Digital Preview in un convegno organizzato dalla fondazione BioHabitat

di Maria Chiara Fantauzzi

ROMA - "È importante che a occuparsi della gestione di un parco o della vegetazione ai margini di una strada sia chi vive quel territorio. Perché il suo lavoro avrà sicuramente finalità che vanno oltre l'interesse economico". Così Andrea Flora, direttore generale di Confagricoltura Bologna, ha spiegato il senso della Legge di orientamento del 2011 che ha ampliato i ruoli dell'agricoltore consentendogli di svolgere attività non strettamente agricole, purché si serva di attrezzature e beni strumentali normalmente utilizzati per l'attività principale. Questo consente alle aziende agricole, per esempio, di aggiudicarsi un appalto comunale per fare manutenzione di verde pubblico, con la deroga sulla normativa delle gare, per importi fino a 50 mila euro.

RIPENSARE COME GESTIRE UN'AZIENDA - Queste nuove opportunità, però, impongono di ripensare il modo di gestire un'azienda. La vecchia impresa agricola, specie se di piccole dimensioni, deve acquisire una mentalità di marketing, aperta alle nuove opportunità e, naturalmente, informatizzare le varie funzioni produttive e organizzative. L'intervento in ottica ecologica non può limitarsi al perimetro urbano ma deve coinvolgere l'intero territorio circostante. Che in Italia è interessato dal problema annoso del dissesto idrogeologico, al quale sono chiamati a dare una risposta i Consorzi di bonifica. "Con la legge del 2012, ai Consorzi è stato dato il ruolo non solo di monitoraggio ma anche di progettazione, esecuzione e gestione delle opere di gestione idrica" ha detto il presidente del Consorzio Bonifica renana, Giovanni Tamburini. Che ha mostrato alcune delle opere più significative realizzate nel suo territorio e ha voluto sottolineare un intervento che ha coinvolto anche il suolo della città di Bologna.

UNA VISIONE D'INSIEME - Insomma, una visione d'insieme che è stata definita meglio nell'intervento di Anna Lambertini, docente di Progettazione del paesaggio urbano all'Università di Firenze: "Bisogna operare tre azioni fondamentali: coltivare il suolo, coltivare l'immaginario e coltivare i paesaggi di prossimità. Un modo sintetico per dire che si deve avere la capacità di vivere il quotidiano a stretto contatto con il territorio e di immaginare come cambiare il nostro futuro". L'immagine di una città realmente verde non può fare a meno, secondo gli organizzatori del convegno, di interessare gli stessi edifici che costituiscono l'elemento essenziale di un insediamento umano.

LE TECNICHE DI COSTRUZIONE - Proprio sulle tecniche di costruzione si sta consolidando la cultura dei materiali da costruzione naturali, derivati da materie prime vegetali e in grado di sostituire efficacemente quelli sintetici in alcune coperture e rifiniture. L'argomento è stato affrontato già nei giorni scorsi nel corso di alcuni seminari organizzati da BioHabitat. Nell'incontro in questione sono stati approfonditi alcuni aspetti concreti, per esempio, nell'uso del bambù o della terra cruda, e accennate alcune problematiche collaterali, come quella che riguarda le normative sulle attività edili e la compatibilità con l'uso di questi materiali.

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