ROMA - Il presidente di Conflavoro, Roberto Capobianco, sul prossimo Dpcm che prevede in zona rossa la chiusura tout court dei servizi alla persona come quelli di barbieri e parrucchieri, ha detto: «Ci pare palese che il governo voglia prendere questa direzione alla luce della sentenza del Tar del Lazio n. 1862/2021 del 16 febbraio la quale afferma che il Dpcm del 14 gennaio ha creato disparità di trattamento tra parrucchieri e centri estetici, e che dunque questi ultimi devono poter restare aperti in zona rossa esattamente come i parrucchieri. Un principio, peraltro, sottolineato da mesi da Conflavoro».
IL COMMENTO - «Eppure, il governo sembra sì propenso a non creare più disparità tra questi importanti servizi alla persona, ma chiudendo tutto invece di essere più permissivo. Questa decisione va contro ogni principio di logica sostanziale e anche di equità applicativa – continua -. Con quali presupposti, per rimediare a una illegittimità, si preferisce chiudere anche i parrucchieri e i barbieri che, finora, hanno potuto lavorare in zona rossa nel rispetto delle regole? Noi chiediamo invece che possano restare aperti anche i centri estetici, gli onicotecnici, i tatuatori lavorando in regime della solita, massima sicurezza finora dimostrata ampiamente. Chiudere tutto, oltre a danneggiare senza motivo importanti attività economiche già martoriate, potrebbe oltretutto dar luogo a nuovi ricorsi in sede giurisdizionale. Quindi – conclude il presidente di Conflavoro Pmi – chiediamo al governo di ripensarci e di non togliere la possibilità di lavorare a migliaia di persone».
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