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Emilia-Ande: una spedizione per conoscere gli Inca

Emilia-Ande: una spedizione per conoscere gli Inca

ROMA – Una spedizione tra le Ande del Perù per conoscere e raccontare una comunità di discendenti del popolo inca con un libro e delle mostre fotografiche e con la prospettiva di finanziare anche progetti di beneficenza sul territorio emiliano: è la missione di "Q'eros. Gli ultimi Inca - Andes Perù Expedition 2022", partita ieri da Milano. L'iniziativa, che è stata presentata con una nota, "prevede una ricerca sui popoli che vivono nei luoghi tra i più remoti nel mondo, in due tappe: la prima sarà sui Q'eros delle Ande peruviane". Il progetto, si legge nel comunicato, "non si limita a questo viaggio perché l'obiettivo è di raccontare i popoli che abitano più ad alta quota nel mondo, così nei programmi di questo team c'è l'Himalaya (previsto a gennaio 2023)".

Il gruppo che anima l'iniziativa, prosegue la nota, "composto da Valerio Ballotta, Alessandro Bergamini, Tommaso Vecchi e Giovanni Giusto, tornerà in Italia dopo due settimane portando con se emozioni, immagini, e filmati unici. Le foto di Bergamini e Vecchi - si legge ancora - saranno la base per un libro ed una serie di mostre itineranti: il ricavato servirà a supporto di progetti futuri ma anche di beneficenza sul territorio emiliano".

"Questa idea è nata lo scorso 1 maggio - spiega Ballotta - quando Vecchi, con cui avevo già collaborato per una mostra al Museo Heart of Gozo, mi fece conoscere Bergamini. Iniziammo a parlare di viaggi e io, appassionato di montagna, ho proposto di farne uno assieme: ed ecco la scelta cadere su questo popolo del Perù".

Il comunicato prosegue: "Per un'avventura di questo tipo è necessaria una preparazione adeguata: tale compito è di competenza di Bergamini che già si occupa di viaggi estremi per gli amanti della fotografia". "Non è un viaggio turistico - aggiunge Ballotta -, quindi la prima cosa che ho fatto è stata prendere contatto con la gente del luogo per arrivare al popolo Q'ero. Ci sposteremo solo a piedi e con un cavallo per portare le attrezzature; abbiamo l'abbigliamento e il materiale tecnico fornitoci da Mondo Montagna di Vignola. Chiederemo anche ospitalità nelle case in pietra e fango dove questo popolo abita. Là non vi è né elettricità né wi-fi quindi si tratta di un viaggio vero".

La nota spiega che "tra le popolazioni che hanno lasciato importanti tracce visibili del loro passato vi sono gli Inca che nell'attuale Perù. Tra il XII e il XVI secolo, furono gli artefici di una delle maggiori civiltà precolombiane che si sviluppò nell'altopiano andino raggiungendo le dimensioni di un vasto impero. Oggi la capitale dell'impero Inca, Cuzco, e il Machu Picchu sono meta di un turismo internazionale e di ricercatori che studiano questa civiltà e la sua gente, data per scomparsa in seguito all'invasione spagnola e alle guerre intestine a metà del 1500. La civiltà inca unificò, conquistando o annettendo pacificamente, molti territori occidentali dell'America del sud. Ma degli inca - si legge ancora nel comunicato - qualcosa è rimasto e la spedizione 'Andes Perù' va in cerca di queste tracce: gli eredi si chiamano Q'ero e seguono il tipo di vita e le tradizioni degli antichi predecessori.

Nel testo si riferisce che "saranno giorni molto duri per i quattro avventurosi della spedizione emiliana che partirà da Cuzco e, lungo l'itinerario dell'altopiano andino di Paucartambo, salirà in questo territorio chiamato Nacion Qero. Oggi i Q'ero contano circa 750 unità e vivono in condizioni estreme, ad altitudini comprese tra i 4.000 e i 6.500 metri, senza elettricità, senz'acqua e privi di ogni comfort. Parlano quasi esclusivamente la lingua Inca, il Quechua, e si considerano i loro discendenti. Con i loro villaggi si sono insediati tra immense vallate, avvolte da coltri di nubi e freddi ghiacciai perenni. Ogni giornata è costituita soltanto da poche ore di luce, il resto è gelo e nebbia. Raggiungere la maggior parte dei villaggi prevede estenuanti percorsi privi di strade battute tra le aspre altitudini delle Ande. Il motivo di questa spedizione è il capire come vivono le tribù, quali sono le loro tradizioni e i loro riti, e comprendere il perché essi abbiano deciso di conservare il loro modo di vivere".

L'ideatore dell'impresa, informa il comunicato, "è Valerio Ballotta, centese, 46 anni, esperto d'arte moderna e contemporanea, che da otto anni vive con la famiglia a Malta". D "I compagni di avventura - continua il comunicato - sono Alessandro Bergamini, 35 anni di Finale Emilia, ottimo fotografo, organizza viaggi per corsi di fotografia; si occupa di volontariato con una società di basket inclusivo che opera nel Modenese".

"L'altro partecipante emiliano - aggiunge la nota - è Tommaso Vecchi, 27 anni di Renazzo, vicino a Cento; di professione infermiere ma grande appassionato di fotografia, è specializzato nella conoscenza delle diversità culturali tra i popoli lontani.

Vanta già pubblicazioni e riconoscimenti importanti, tra questi il National Geographic".

Infine, si legge ancora nel testo, "l'ultimo ad aggregarsi al team è Giovanni Giusto, 30 anni, genovese, videomaker professionista. Da ragazzo si appassiona alla fotografia in bianco-nero ed al mondo cinematografico. Questa sua passione lo porta ad intraprendere diversi viaggi, in India, Siberia, Islanda, Birmania, Thailandia, Vietnam. Fonda la casa di produzione cinematografica 010 films che si occupa di produzioni cinematografiche internazionali, televisione, pubblicità e documentari".

 

FONTE e FOTO: Agenzia Dire

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