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Eurotech punta sulle donne, Siagri: «Servono sempre più donne laureate Stem»

Eurotech punta sulle donne, Siagri: «Servono sempre più donne laureate Stem»

Sebbene costituiscano quasi metà (47%) della forza lavoro complessiva, le donne occupano meno di un terzo (28%) delle posizioni

di Silvia de Mari

PADOVA - Sono 4 le donne che compongono il consiglio di amministrazione di Eurotech, la multinazionale tecnologica friulana, su di u totale di 9 persone. Mentre, sono in totale 89, su 332 dipendenti, le presenze femminili in azienda, in ruoli anche apicali. La sussidiaria francese di Eurotech ha al vertice una donna, sempre una rappresentante del gentil sesso è la numero due del segmento americano dell'azienda.  'Siamo per la parità di genere - sottolinea Roberto Siagri, amministratore delegato di Eurotech - nel senso obiettivo del termine. Ovvero: per la meritocrazia. Il giusto merito a donne e uomini va sempre riconosciuto'.

I NUMERI - Sebbene costituiscano quasi metà (47%) della forza lavoro complessiva, le donne occupano meno di un terzo (28%) delle posizioni di leadership nel settore della tecnologia. E considerando l’impatto che il lavoro da remoto ha avuto sugli equilibri tra lavoro e vita privata specialmente per il genere femminile, la presenza di professioniste nel comparto sembra essere sempre più a rischio. Lo rivela BCG, che ha realizzato un’indagine su 457 donne leader del settore tecnologico Usa e 300 loro colleghi uomini. ‘C’è grande bisogno delle donne con lauree Stem  (Science, technology, engineering and mathematics) – continua Siagri – anche Eurotech è continuamente alla ricerca di giovani talenti con questo tipo di preparazione’.

IN ITALIA - Nel nostro paese solo il 16,5% delle giovani si laurea in facoltà scientifiche, contro il 37% dei maschi, un dato migliore della media europea ma di evidente squilibrio. Un gap che dunque nasce già nei primi anni di scuola e prosegue nel mondo del lavoro: nelle aree Stem, solo un professore ordinario su cinque è una donna. Anche tra gli impegni del discorso programmatico di Mario Draghi è presente un investimento più convinto sulle lauree Stem. Il premier ha annunciato che si investirà «economicamente ma soprattutto culturalmente, perché sempre più giovani donne scelgano di formarsi negli ambiti su cui intendiamo rilanciare il Paese». Appunto quelli incarnati dalle competenze chiave «digitali, tecnologiche e ambientali». La parità di genere è infatti un argomento presente nel Recovery Plan, per investire più fondi e colmare così il gap di genere nell’istruzione, nell’occupazione e, in un’ottica più complessiva, nel capitale umano.

IL COMMENTO - ‘Le donne possano contribuire con le loro capacità naturali che sono diverse da quelle appartenente agli uomini. Le donne sono più ‘verbali’ e più per i dettagli; vedono situazioni in modo più globale invece di essere focalizzate come gli uomini. Questo può risultare più efficace per brainstorming e per trovare soluzioni: molto utile soprattutto nel nostro campo di innovazione e soluzione tecnologiche’ afferma Katie Rouzee, al centralino.

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