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G8 Genova, Realacci: violenza e disonore venti anni fa, ferita ancora aperta

G8 Genova, Realacci: violenza e disonore venti anni fa, ferita ancora aperta

Il post su Facebook al ventennale della riunione avvenuta nel 2001

di Silvia de Mari

ROMA - "Ero appena stato eletto alla Camera dei Deputati quando partecipai, con Legambiente e tante organizzazioni della società civile, al Genova Social Forum un futuro più a misura d'uomo, una globalizzazione diversa. Fu il mio primo atto politico da parlamentare, insieme a pochi colleghi. Furono giorni terribili segnati dalla morte di Carlo Giuliani. Ci furono sicuramente atti violenti e gratuiti da parte di frange dei manifestanti. Ma questo non ha nulla a che vedere col comportamento di decine di migliaia di giovani venuti da tutto il mondo. E sicuramente non fu alla base delle violenze gratuite, delle torture, della 'macelleria messicana' che si scatenò alla scuola Diaz e alla caserma Bolzaneto. Per giustificarle si è cercato di costruire il teorema, smentito da molte sentenze italiane ed europee, secondo cui erano stati i manifestanti violenti a giustificare comportamenti delle forze dell'ordine indegni di un paese civile che hanno disonorato l'Italia. Fino ad andare oltre le menzogne e costruire ad arte prove false. È una ferita ancora aperta. Come ha dichiarato un servitore dello Stato come Franco Gabrielli, attualmente responsabile dei nostri servizi, quando divenne anni dopo capo della polizia 'A Genova un'infinità di persone incolpevoli subirono violenze fisiche e psicologiche che hanno segnato la loro vita. Non è stato sufficiente chiedere scusa a posteriori'. Non aver fatto fino in fondo i conti con quella violenza e quel disonore è anche dietro i terribili fatti del carcere di Santa Maria Capua Vetere". Lo scrive su Facebook Ermete Realacci nel ventennale del G8 di Genova.

 

FONTE: Agenzia Dire

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