TORINO - Il neonato gruppo Iveco ha obiettivi ambiziosi sull'idrogeno: "A partire dall'anno prossimo porteremo in tre nazioni in Europa 12 truck a (tecnologia, ndr) 'fuel cell' per clienti della grande distribuzione", spiega Pier Paolo Biffali di Fpt Powertrain, "li faremo lavorare in condizioni reali di esercizio per poi valutare quali sono i vantaggi e le problematiche che un utilizzo di una tecnologia del genere comporta e poi fare la messa a punto". Il manager, che attualmente in Fpt riveste il ruolo di vicepresente Powertrain Product engineering, ha spiegato che i nuovi prodotti "saranno a brand Iveco. Sono nati sotto la stella della joint venture di Iveco con la statunitense Nikola, nostro partner impegnato sulle tecnologie a idrogeno, e li produrremo nei nostri stabilimenti Iveco".
LE TEMPISTICHE E I PROBLEMI - Ad ogni modo, "per fornire delle flotte a clienti selezionati servirà qualche anno. Noi puntiamo a lanciare i primi truck sul mercato a partire dal 2023", prosegue Biffali. Ma perché ciò sia possibile e il "truck a idrogeno non sia solo una bandiera green, ma un mezzo con cui trasportare merce in condizioni di business profittevoli", ci sono tre problemi: il costo dell'idrogeno, l'efficienza e la durata delle 'fuel cell', e l'infrastruttura. Su quest'ultimo punto, Biffali spiega: "Oggi fare il pieno di idrogeno in giro è un problema perché non esiste uno standard" e perché "la reperibilità dell'idrogeno richiederà tempo".
FONTE e FOTO: Agenzia Dire
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