ROMA – La sobrietà del premier Mario Draghi è nota e, almeno nel giorno dell'esordio del governo, sembra aver contagiato i suoi ministri che hanno lasciato poche frasi di circostanza ai giornalisti dopo il giuramento. La mancata discesa di Draghi nell'agone del mondo social è quasi un unicum nel panorama dei grandi leader mondiali, alcuni dei quali hanno costruito la loro fortuna proprio con le campagne di Twitter e Facebook.
NO SOCIAL – E' prevedibile che Draghi voglia dare a tutta la squadra di governo un'immagine di sobrietà, ma già questo sarà un compito non semplice, vista l'ampia presenza di esponenti di forze politiche che sono nate, o comunque cresciute, nel mondo dei social. Non dovrebbe faticare molto con il team di tecnici, per la quasi totalità privi di profili: Marta Cartabia, Luciana Lamorgese, Daniele Franco, Patrizio Bianchi, Cristina Messa, Enrico Giovannini, Roberto Cingolani e Roberto Garofoli non compaiono nè su Twitter nè su Facebook. Unico a far eccezione è il ministro dell'Innovazione Tecnologica, Vittorio Colao, che ha una presenza sporadica sulle piattaforme.
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