MILANO - Dalla collaborazione EPTA (European Pulsar Timing Array), a cui partecipano anche ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e dell’Università di Milano-Bicocca, è stato analizzato in dettaglio un segnale compatibile con il ‘fondo di onde gravitazionali’ (GWB).
IL COMMENTO - Andrea Possenti, ricercatore presso l’INAF di Cagliari e coautore del lavoro, ha detto: «La presenza di un fondo di onde gravitazionali si manifesta sotto forma di fluttuazioni di bassissima frequenza nel ritmo degli impulsi radio provenienti da tutte le pulsar, una sorta di ‘rumore’ aggiuntivo, che perturba il regolare andamento degli impulsi, che altrimenti potremmo paragonare al ticchettio di un orologio precisissimo. Parlando in maniera molto semplificata, un esperimento come quello condotto da EPTA consiste dunque nella ripetuta osservazione della schiera di pulsar, ogni qualche settimana e per molti anni, alla ricerca di un ‘rumore’ a bassissima frequenza che affligga il loro ticchettio in maniera comune a tutte le pulsar, e che non sia attribuibile a cause diverse dalle onde gravitazionali».
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