ROMA – Le Nazioni Unite hanno impiegato per la prima volta il termine "domicilio" in riferimento al rapporto che sussiste tra i popoli originari e la loro terra, in una risoluzione che intima allo Stato del Paraguay di risarcire i nativi per non aver impedito l'inquinamento di territori da loro abitati. A riferirlo il Comitato per i diritti umani dell'Onu, l'ente che ha adottato la decisione. Secondo una nota dell'organismo, il nuovo e "storico" utilizzo della nozione di "domicilio" è maturato all'interno di un procedimento iniziato sette anni fa con una denuncia da parte di una comunità nativa del popolo Ava Guarany del dipartimento di Canindeyú, nel sud-est del Paese. I nativi, rappresentati da un attivista e da una maestra elementare, hanno accusato lo Stato del Paraguay di non aver fatto abbastanza per impedire danni ambientali alle loro terre. Il territorio dei nativi è circondato da campi di soia geneticamente modificata di proprietà di società di agribusiness, tra le quali la Issos Greenfield International. Le autorità di Asuncion non avrebbero impedito che fumigazioni chimiche impiegate da queste aziende, anche utilizzando prodotti tossici, provocassero la scomparsa di risorse faunistiche e botaniche fondamentali per la sussitenza e per la tutela della cultura degli Ava Guarany. La comunità si era rivolta all'Onu dopo anni di processi presso la giustizia di Asuncion che non sono arrivati ad alcuna conclusione. Il comitato dell'Onu ha anche esortato il Paraguay a "proseguire con i procedimenti contro i responsabili" dell'inquinamento, oltre che appunto a "risarcire integralmente le vittime del danno sofferto, in tutti i modi possibili, consultandosi con la comunità".
FONTE: Agenzia Dire
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