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Razgovor s Mišom Krstičevićem, trener pobjednika turnira “Karol Wojtiła Cup”

Conversazione con Mišo Krstičević, l’allenatore dei vincitori del torneo “Karol Wojtiła Cup”

di Matteo Esposito

Pobjedom protiv Rijeke juniori Hajduka su u petak osvojili turnir “Karol Wojtiła Cup”. U finalu su porazili Rijeku s 1:0 i zaključili natjecanje sa sve četiri pobjede.

Nakon prve pobjede protiv vršnjaka Rome imali smo priliku da malo razgovaramo s trenerom te momčadi Mišom Krstičevićem.

Trener, koji je bio i igrač Hajduka i Jugoslavenske raprezentacije, dobro zna što znači nositi ovu majicu i iskreno je rekao da je teško igrati za Hajduk, a još teže ako nisi Dalmatinac, ali to je “najljepše životno iskustvo”, dodajući da Split “živi s Hajdukom”, pa svaki uspjeh ili neuspjeh nije samo uspjeh ili neuspjeh momčadi, nego cijelog grada.

Njega smo pitali koliko je međunarodno iskustvo važno za mlade igrače, te trener Hajduka je odgovorio da “međunarodno iskustvo je veoma važno”, jer njegovi momci u Hrvatskoj su prvi i imaju 7 bodova više od Rijeke, pa kada igraju u inozemstvu imaju priliku da se uspoređuju s drugim momčadima iz cijele Europe. Osim toga Krstičević je istaknuo da je teško organizirati velike turnire u Hrvatskoj, jer u Hrvatskoj nema previše momčadi, a igrati protiv drugog načina igre je i potvrda dobrog ili lošeg rada trenera.

Pričajući o važnosti omladinskog sektora za Upravu Hajduka, Krstičević je istaknuo da je taj sektor ključan za rukovodstvo Splitskog kluba, jer su modeli financiranje u Hrvatskoj potpuno drugačiji, nema toliko sponzora kao u Italiji, pa omladinsli sektor je i izvor prihoda za klub. On je dodao da je “omladinski sektor jedina perspektiva” hrvatskog nogometa i nije slučajno da su nekoliko juniora već igrali za prvu momčad iako imaju tek 17 godina. Krstičević je rekao da zadatak trenera omladinskog sektora je stvoriti igrače i to nije uvijek u skladu s rezultatima, što zahtjevaju navijači, pa i zato je težak posao.

U vezi s Upravom Hajduka Krstičević je također rekao da je veoma važno što Torcidaši su članovi Nadzornog odbora Hajduka, jer tako navijači imaju pravo glasa na odluke kluba.

Na kraju razgovora trener pobjednika turnira je podsjećao na ulogu Edoarda Reje i njegovih suradnika koji su ostali “veliki trag u Splitu” i htio je istaknuti koliko je njima drago biti u Rimu, grad koji sliči na Split po mentalitetu.

Prije odlaska pitali smo Krstičevića što se očekuje od tog turnira i on je nama odgovorio da ovo što je važno je iskustvo, a mi dodajemo da sigurno je bilo lijepo i uspješno iskustvo, jer njegova momčad je dominirla natjecanje i pobjedila već tradicionalni turnir “Karol Wojtiła Cup”.

 

 

Con la vittoria contro il Rijeka gli juniores dell’Hajduk venerdì hanno conquistato il torneo “Karol Wojtiła Cup”. In finale hanno sconfitto il Rijeka per 1-0 e hanno concluso la competizione con quattro vittorie su quattro.

Dopo la prima vittoria contro i pari età della Roma abbiamo avuto l’opportunità di parlare un po’ con l’allenatore di questa squadra, Miša Krstičević.

L’allenatore, che è stato anche giocatore dell’Hajduk e della nazionale jugoslava, sa bene cosa significhi indossare questa maglia e ha detto sinceramente che è difficile giocare per l’Hajduk, e lo è ancor di più se non sei dalmata, ma questa è “la più bella esperienza della vita”, aggiungendo che Spalato vive “con l’Hajduk”, quindi ogni successo o insuccesso, non è solo un successo o un insuccesso della squadra, ma di tutta la città.

Gli abbiamo chiesto quanto sia importante l’esperienza internazionale per i giovani giocatori, e l’allenatore dell’Hajduk ha risposto che “l’esperienza internazionale è estremamente importante”, perché i suoi ragazzi in Croazia sono primi e hanno 7 punti di vantaggio sul Rijeka, quindi quando giocano all’estero hanno l’occasione di confrontarsi con le altre squadre di tutta Europa. Inoltre Krstičević ha sottolineato che è difficile organizzare grandi tornei in Croazia, perché in Croazia non ci sono troppe squadre, e giocare contro altri sistemi di gioco è anche una conferma del buono o cattivo lavoro dell’allenatore.

Parlando dell’importanza del settore giovanile per l’amministrazione dell’Hajduk, Krstičević ha sottolineato che questo è un settore chiave per la dirigenza del club spalatino, perché i modelli di finanziamento in Croazia sono completamente differenti, non ci sono così tanti sponsor come in Italia, quindi il settore giovanile è anche una fonte di reddito per il club. Egli ha aggiunto che “il settore giovanile è l’unica prospettiva” del calcio croato e non è casuale che alcuni juniores abbiano già giocato in prima squadra nonostante abbiano appena 17 anni. Krstičević ha detto che il compito dell’allenatore del settore giovanile è quello di creare dei calciatori e che questo non sempre si armonizza con i risultati, cosa che chiedono i tifosi, ed anche per questo è un lavoro difficile.

In relazione all’amministrazione dell’Hajduk, Krstičević ha detto inoltre che è molto importante il fatto che i Torcidaši (così vengono chiamati i tifosi dell’Hajduk) siano membri del Consiglio di sorveglianza dell’Hajduk, perché in questo modo i tifosi hanno il diritto di voto sulle decisioni del club.

Alla fine della conversazione l’allenatore dei vincitori del torneo ha ricordato il ruolo di Edoardo Reja e dei suoi collaboratori, che hanno lasciato “una traccia profonda a Spalato” e ha voluto sottolineare quanto siano felici di essere a Roma, città che per mentalità assomiglia a Spalato.

Prima di andare via abbiamo chiesto a Krstičević cosa si aspettasse da questo torneo e lui ci ha risposto che la cosa importante è l’esperienza, e noi aggiungiamo che sicuramente è stata un’esperienza bella e di successo, perché la sua squadra ha dominato la competizione e ha vinto l’ormai tradizionale torneo “Karol Wojtiła Cup”.

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