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Renzi attacca Conte: "Il Governo è immobile"

Renzi attacca Conte: "Il Governo è immobile"

"Più che farlo cadere vorrei farlo muovere" è il commento del leader di italia Viva, che conferma il rifiuto di un ministero

di Stefania Abbondanza

ROMA - Non per farlo cadere, ma per smuoverlo: con questo intento, almeno a parole, Matteo Renzi racconta a La Repubblica i suoi ultimi movimenti nei palazzi di Governo. "Il Governo è immobile - attacca l'ex premier - si vive di rinvio in rinvio. Vogliamo sciogliere i tanti nodi aperti, dalle infrastrutture ai soldi per la sanità. Vogliamo chiarezza su scuola, cultura, lavoro. Questo abbiamo chiesto al premier con lettere, sms, documenti, riunioni. La risposta è stata sprezzante e sorprendente: ci vedremo in Parlamento, ha detto Conte. Evidentemente è già convinto di avere i voti in Aula, forse di Forza Italia: mi sembra un errore politico e un azzardo numerico. Ma auguri a lui e all’Italia”. 

I NUMERI - E proprio sull'azzardo numerico che Renzi sottolinea che probabilmente in Senato i numeri per sostenere la maggioranza, senza Italia Viva, potrebbero non esserci. “È più facile che Salvini ne rubi altri tre al M5S che il contrario. Conosco le aule parlamentari, io”, chiosa Renzi.

IL MINISTERO - Per quanto riguarda la possibilità, paventata, di aggiungere un ministero di peso a Italia Viva per convincere Renzi a sostenere il Governo la risposta è più che mai sicura: “No. Né per me, né per i miei. Se pensano di comprarci sappiano che noi le poltrone le lasciamo, non le chiediamo. Se Conte è certo di avere la squadra migliore del mondo, come dice, buon lavoro. Per ora i risultati non sembrano mostrarlo ma siamo patrioti e facciamo sempre il tifo per il Paese. Anche senza ministre. Non vogliono- conclude- affrontare i problemi veri a cominciare dal vaccino da dare agli insegnanti per riaprire le scuole o sulle infrastrutture da sbloccare per creare posti di lavoro. Ma bisogna correre. Correre. Correre. Noi chiediamo una guida politica, una visione Paese, un sogno per i prossimi vent’anni, non un incubo da rinnovare settimanalmente magari giocando sulla comprensibile paura della maggioranza degli italiani. Se siamo in emergenza non è perché c’è stata troppa politica in questi mesi, ma al contrario perché ce n’è stata poca. Noi vogliamo la politica, altri vogliono il populismo“.

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