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Russia-Ucraina, così Guadagnuolo racconta la guerra attraverso la sua arte

Russia-Ucraina, così Guadagnuolo racconta la guerra attraverso la sua arte

24 febbraio 2022. Una data della storia da commemorare

ROMA - Il 24 febbraio 2022, ci siamo ritrovati psicologicamente chiusi nel nostro habitat in un pianeta Terra non più riconoscibile. Un pianeta che non vive più di ambiti legali, ma di piani scellerati e come essere tornati indietro di qualche millennio.

La terra dell’Ucraina è stata violentata dai missili per i suoi principi di libertà della popolazione con le offensive che la Russia ha messo in pratica  da Lugansk a Ivano-Frankivsk, da Kherson a Kolomyia, da Sumy a Kharkiv, da Kryvyi Rih a Lutsk. Il male ha rivelato la parte peggiore di se stessa. Il 24 febbraio, per il mondo si è dissolta la fiducia in termini politici. Perché se oggi è toccato all’Ucraina, potrebbe così toccare a qualsiasi Nazione del nostro pianeta.

Il conflitto sfrenato della Russia è un delitto contro l’umanità intera. La Russia ha scatenato l’aggressione all’Ucraina. giungendo sino alla capitale di Kiev. I giornali italiani e internazionali rincorrono le prime informazioni. E le principali pagine si riempiono di documentazioni che fanno parte già della storia. Proprio da questi documenti storici il noto artista Francesco Guadagnuolo, Ambasciatore di Pace dell’UPF, ha costruito la sua attuale opera dal titolo: “24 febbraio 2022[una guerra inutile]”. La grande opera del Maestro è a difesa del popolo ucraino e coloro che sono stati uccisi solo perché aspiravano alla loro libertà. Si presenta la grande tela in questo triste momento di attacco all’Ucraina da parte della Russia, in segno di partecipazione e di cordoglio.

            “24 febbraio 2022[una guerra inutile]” il dipinto di Guadagnuolo comunica dunque l’occupazione di uno stato libero ed esprime una sentita solidarietà del popolo ucraino. L’opera vuole anche essere un’opposizione a tutte le guerre e terrorismo e alle loro brutali inutili gesta.

La grande tela interpreta un’azione pittorica che crea un’accentuata dinamica di attrazione per i forti accordi cromatici, dove ‘scrittura e gestualità’ coabitano nella stessa “Mens” dell’artista. Una convulsione motoria del gesto che vuole significare vita e lotta per la vita.

La composizione di quest’opera è divisa in riquadri che in realtà formano un tutt’uno dove sono visibili le prime pagine di alcuni quotidiani italiani del 25 febbraio 2022. I caratteri tipografici cubitali delle testate giornalistiche che vengono usati dai quotidiani diventano elementi visivi e comunicativi nel dipinto stesso.

Stiamo parlando di una grande opera pittorica nella quale le prime pagine dei quotidiani si ordiscono con i caratteri di stampa, il segno e il colore. In questo modo, il colore rosso usato è simbolo del sangue versato, il giallo e l’azzurro sono i colori simbolo della bandiera ucraina, intercalate in riquadrature spaziati e avvolte in un’impulsiva spinta di apprensione, con le dovute nuance cromatiche, appaiono le lettere dei giornali di prima pagina. Guadagnuolo, mette così in mostra la dolorosa guerra fissata dall’inaudita brutalità bellica dei russi.

Gli orrori dell’artista sono fondate perché derivano dagli eventi brutali che tanto hanno scosso l’opinione pubblica. Così Guadagnuolo s’investe quasi del ruolo di oratore pubblico che dà voce ai timori individuali, creando un’immagine attraverso la quale possiamo veicolare le nostre esperienze di angoscia in una cultura satura di potenziale violenza malvagia.

In realtà, si potrebbe vedere nell’opera di Guadagnuolo l’allegoria di un viaggio in terra ucraina, la cui meta finale è di cercare di impedire altre stragi, altre guerre.

Ci sembra opportuno ricordare ciò che ha scritto Mons. Carlo Chenis: «Guadagnuolo fa il “Politico” perché confida nella possibilità di adoperarsi per un nuovo umanesimo di ispirazione cristiana, onde dare maggiore dignità alla “città dell’uomo”. Questo programma non lo attua con i sofismi del “politichese”, ma lo presenta con i grafismi della pittura, così da essere indubbiamente più convincente».

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