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Tornare alla normalità pre-Covid? "Per l'Italia sarebbe un errore"

Tornare alla normalità pre-Covid? "Per l'Italia sarebbe un errore"

L’intervento di Gentiloni, secondo cui “il Recovery fund avrà successo se trasformerà le nostre economie in senso più sostenibile”

di Bianca Franchi

ROMA - Sbagliato pensare di voler tornare alla “normalità” pre-Covid, si commetterebbe un doppio errore. Lo afferma il commissario europeo all’Economia, l’ex premier Paolo Gentiloni, secondo cui “il Recovery fund avrà successo se trasformerà le nostre economie in senso più sostenibile, più inclusivo e le renderà più competitive”. Parlando anche dell’Italia, quindi, aggiunge: “E per un Paese che aveva la crescita più bassa degli altri vale doppio”.

LA RESPONSABILITÀ - Quindi, l’ex premier, intervistato dal Corriere della Sera, parla anche dell’attuale governo, a cui è stata assegnata una “gigantesca responsabilità politica”, ovvero quella di “gestire una crisi acuta come mai nella storia repubblicana” avendo “a disposizione risorse” senza precedenti. “Dobbiamo anche essere consapevoli - continua - che nel 2020 l'Italia sta spendendo più di tutti, assieme alla Germania. Più di Francia e Spagna. Una cosa enorme visto il livello del debito. Queste spese straordinarie - spiega il commissario - vanno gestite con una logica che non è di emergenza e l'obiettivo non è tornare alla situazione pre-Covid”. 

I CONSIGLI - Secondo Gentiloni ora è il momento in cui si apre “una grande occasione di provare a fare sul serio alcuni cambiamenti che ripetiamo come litanie da decenni”. Ma “più che cento progetti per dare segnali a tutti, penso sia importante concentrarsi su sette o otto aree di intervento che trascinino il resto”. 

LA GRANDE DIVERGENZA - Parlando del Recovery Fund, quindi, lancia un avvertimento: “Bisogna che tutti i Paesi si impegnino per evitare quella che io chiamo la Grande divergenza”, parlando in particolare dei Paesi più colpiti dalla crisi. “Noi restiamo alle nostre previsioni di un calo dell'8,7% nella Ue nel 2020 - conclude -. Abbiamo indicato il rischio di uno scenario ancora peggiore, che per ora non si sta materializzando. La via della ripresa è lastricata di incertezza”.

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