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Ucraina, Vigne (Pres. ANVCG): “Non trascurare le conseguenze del conflitto armato sui civili”

Ucraina, Vigne (Pres. ANVCG): “Non trascurare le conseguenze del conflitto armato sui civili”

Mentre il rischio di una guerra alle porte dell’Europa diventa sempre più concreto, l'ANVCG pone al centro le preoccupazioni di un conflitto militare

ROMA - L’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG), l’Ente morale preposto per legge alla rappresentanza e tutela in Italia delle vittime civili di guerra e delle loro famiglie, manifesta preoccupazione e sconcerto per la drammatica escalation delle tensioni tra la Russia e i paesi della Nato a causa della questione ucraina, che potrebbe precipitare in un conflitto sanguinosissimo per la popolazione civile coinvolta.

GLI EFFETTI - “Secondo la classifica di Action on Armed Violence, partner di ANVCG all’interno della Rete internazionale contro le Armi Esplosive, l’Ucraina è uno dei 15 paesi al mondo dove l’impatto dei conflitti armati è più cruento sui civili” – ricorda Michele Vigne, Presidente Nazionale dell’ANVCG ed egli stesso vittima civile di guerra. “In Ucraina, durante il primo conflitto del 2014, la popolazione civile è stata il bersaglio di attacchi indiscriminati, nonostante il diritto internazionale umanitario li vieti espressamente. Numerose evidenze hanno dimostrato che a distanza di quasi dieci anni, i civili ucraini nella regione del Donetsk subiscono ancora le conseguenze del crollo del sistema sanitario, della distruzione degli ospedali locali e del mancato funzionamento delle reti idriche e fognarie. Oltre alle ferite e alle mutilazioni permanenti, un’alta percentuale di essi soffre di stress post traumatico dovuto ai bombardamenti incessanti nelle città e vive in situazioni di estrema precarietà, dovuta all’abbandono forzato delle proprie abitazioni. Stando così le cose, siamo certi che l’attuale escalation possa solo produrre conseguenze disastrose sulla vita di un numero ancora più alto di civili. E questa volta non riguarderà solo una regione, ma tutto il Paese”.

IL DIBATTITO - Mentre il rischio di una guerra alle porte dell’Europa diventa sempre più concreto, per l’Associazione desta allarme l’esistenza di un dibattito tutto incentrato sulle dinamiche geopolitiche del conflitto e sulle operazioni di riarmo, nella cui analisi sono del tutto assenti le preoccupazioni e le strategie per fare fronte alle drammatiche conseguenze umanitarie che la guerra causerebbe alla popolazione civile del paese e, indirettamente, a quella dell’Europa tutta.

LA RICHIESTA - Con l’avvicinarsi dell’ultimo round di negoziati sul testo della Dichiarazione Politica sulle armi esplosive, che, potenzialmente, avrebbe un impatto positivo proprio nell’alleviare e prevenire le conseguenze dell’uso delle armi esplosive convenzionali sulle popolazioni, le vittime civili di guerra, conclude il Presidente Vigne, chiedono all’Italia e all’Europa di attivarsi con ogni mezzo per scongiurare quella che si preannuncia come una catastrofe umana. Chiedono in particolare che le analisi delle prospettive militari di tutte le parti coinvolte tengano conto dell’impatto umanitario che un conflitto del genere produrrebbe. Una nuova prospettiva di lettura dei conflitti e delle loro conseguenze è quanto mai necessaria per ridurre le tensioni e favorire i negoziati.

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