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UE: rendere le imprese responsabili per le violazioni dei diritti umani e ambientali

UE: rendere le imprese responsabili per le violazioni dei diritti umani e ambientali

Divieto di importazione di prodotti legati a gravi violazioni dei diritti umani come il lavoro forzato o minorile

di Alessia Salmoni

BRUXELLES - Il Parlamento apre la strada a una nuova legge UE che renderebbe le imprese responsabili di atti contro i diritti umani e gli standard ambientali all'interno, ungo l’intera catena di valore. In una risoluzione di iniziativa legislativa, il Parlamento chiede l'adozione urgente di una legge UE per far sì che le aziende siano ritenute responsabili e tenute a rispondere degli effetti negativi delle proprie decisioni sui diritti umani, sull'ambiente e sulla buona governance che causano o cui contribuiscono nella loro catena del valore. Si chiede anche che le vittime di tali azioni abbiano accesso a mezzi di ricorso.

LE NORME - Le norme vincolanti UE sulla dovuta diligenza (due diligence in inglese) obbligherebbero le imprese a individuare, valutare e prevenire gli effetti negativi potenziali o effettivi che possono comportare le loro attività, e quelle delle loro catene del valore (tutte le operazioni, le relazioni commerciali dirette o indirette e le catene di investimento), e che potrebbero violare i diritti umani (compresi i diritti sociali, sindacali e del lavoro), danneggiare l'ambiente (contribuendo al cambiamento climatico o alla deforestazione, per esempio) e la buona governance (come la corruzione e le tangenti).

GLI OBBLIGHI - I deputati sottolineano che gli obblighi di dovuta diligenza sono principalmente uno strumento preventivo, che richiede alle aziende di adottare misure proporzionate e commisurate in base alla probabilità e alla gravità dei loro impatti negativi potenziali o effettivi e alla loro situazione specifica, in particolare al loro settore di attività, alle dimensioni e alla lunghezza della loro catena del valore, alle dimensioni dell’impresa, nonché alla sua capacità, alle sue risorse e alla sua affluenza.

LE IMPRESE - Le imprese che vogliono accedere al mercato unico europeo, comprese quelle con sede al di fuori dell'UE, dovrebbero dimostrare il rispetto degli obblighi di dovuta diligenza in materia di ambiente e diritti umani. Il Parlamento chiede misure aggiuntive, tra cui il divieto di importare prodotti legati a gravi violazioni dei diritti umani come il lavoro forzato o minorile. Gli accordi internazionali dell’UE dovrebbero includere questi obiettivi nei loro capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile.

IN CINA - I deputati chiedono inoltre alla Commissione di effettuare un esame approfondito delle imprese con sede nello Xinjiang che esportano prodotti nell'Unione al fine di individuare potenziali violazioni dei diritti umani, in particolare legate alla repressione degli uiguri.

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