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Vaccini, Johnson contro il blocco dell'export. Di Maio: "Ritardi inaccettabili"

Vaccini, Johnson contro il blocco dell'export. Di Maio: "Ritardi inaccettabili"

"Finché ci saranno ritardi continueremo a bloccare" ha detto il ministro, precisando che il blocco "non è un atto ostile verso l'Australia"

di Alessia Salmoni

ROMA - C'è tensione in Europa per la distribuzione dei vaccini. Mentre l'Italia continua a sostenere la linea del blocco all'export di dosi verso l'Australia, da Downing Street il portavoce del premier Boris Johnson sottolinea come "la ripresa dal Covid dipende dalla cooperazione internazionale, e porre in atto restrizioni mette a rischio la battaglia globale dei vaccini". Le 250.000 dosi che dovrebbero partire per l'Australia fanno dunque discutere l'Europa, mentre da oltre Manica si richiama l'intervento della Commissionne europea, ricordando di aver ricevuto rassicurazioni da Ursula "von der Leyen sulla la volontà Ue di non limitare le esportazioni" delle case farmaceutiche, limitandosi a "controllarne la trasparenza. Ci aspettiamo che questi impegni siano rispettati".

LA REPLICA - "Le casa farmaceutiche sono in ritardo con le forniture assicurate all'Ue. I ritardi sono inaccettabili", è stata la risposta del ministro degli Esteri Luigi Di Maio in conferenza stampa alla Farnesina con il collega francese Jean-Yves Le Drian. Il blocco dei vaccini, ha detto "non è un atto ostile verso l'Australia", ma "finché ci saranno ritardi continueremo a bloccare". Come ha spiegato il ministro degli Esteri, infatti, in Europa c'è un regolamento che "prevede il blocco delle esportazioni verso Paesi non vulnerabili in caso di ritardi. Per questo d'accordo con le istituzioni europee abbiamo deciso il blocco". Poi ha aggiunto: "Massima solidarietà per i Paesi in difficoltà ma Italia ed Europa devono pretendere il rispetto dei contratti firmati e la tempistica delle forniture".

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