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Parlamento Europeo

Violazioni dei diritti umani in Uganda, Ruanda e Kazakistan

Violazioni dei diritti umani in Uganda, Ruanda e Kazakistan

Il governo ugandese deve porre fine alla repressione dell'opposizione e della società civile

di Giacomo Zito

 

BRUXELLES - Giovedì il Parlamento europeo ha adottato tre risoluzioni che fanno il punto sulla situazione dei diritti umani in Uganda, Ruanda e Kazakistan. Il Parlamento deplora che le elezioni generali del 14 gennaio in Uganda non siano state né democratiche né trasparenti. I deputati condannano inoltre l'uso eccessivo della forza da parte della polizia e delle forze armate durante le elezioni e la loro crescente ingerenza negli affari politici.

IN UGANDA - La risoluzione condanna la violenza, le continue molestie e la repressione sistematica cui sono confrontati i leader dell'opposizione politica in Uganda, nonché la repressione della società civile. Tutti gli arrestati e detenuti per aver partecipato ad assemblee politiche pacifiche o per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione e associazione devono essere rilasciati immediatamente e incondizionatamente e le loro accuse devono essere ritirate, afferma il testo. Infine, il Parlamento ribadisce che le sanzioni contro le persone e le organizzazioni responsabili di violazioni dei diritti umani in Uganda devono essere adottate nell'ambito del nuovo meccanismo di sanzione dei diritti umani dell'UE, il cosiddetto EU Magnitsky Act.

IN RUANDA - I deputati condannano la sparizione forzata, la consegna illegale e la detenzione in incommunicado del difensore dei diritti umani ruandese, critico del governo e vincitore della medaglia presidenziale della libertà Paul Rusesabagina, la cui storia è stata raccontata nel film del 2004 Hotel Rwanda. Il signor Rusesabagina, cittadino belga e residente negli Stati Uniti, è stato trasferito con la forza da Dubai a Kigali in circostanze poco chiare il 27 agosto dello scorso anno. È riapparso solo il 31 agosto presso la sede dell'Ufficio investigativo ruandese. Inizialmente è stato accusato di 13 reati, tra cui finanziamento del terrorismo, rapina a mano armata e tentato omicidio. Alcune accuse sono state successivamente ritirate, con quelle rimaste relative agli eventi verificatisi nelle regioni di Nyaruguru e Nyamagabe del paese nel 2018.

UNA INDAGINE - Il Parlamento chiede un'indagine internazionale sulla questione ed esprime la sua profonda preoccupazione per la violazione dei diritti dell'onorevole Rusesabagina. I deputati esortano le autorità ruandesi a consentirgli di sottoporsi a un'udienza equa e pubblica da parte di un tribunale competente, indipendente e imparziale che applica gli standard internazionali sui diritti umani e gli concedono consulenza legale di sua scelta. Date le condizioni mediche di Rusesabagina, i deputati chiedono al governo ruandese di garantire, in ogni circostanza, il suo benessere fisico e psicologico e l'accesso a farmaci adeguati.

 

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