ROMA – A oggi solo il 44 per cento dei nativi che abitano le cosiddette Terras Indigenas del Brasile ha completato il ciclo vaccinale contro il Covid-19 pur essendo considerati una categoria prioritaria, contro il 66 per cento della media nazionale. E' quanto emerge da un'indagine condotta dall'ong brasiliana Reporter Brasil, che ha rielaborato dati forniti dal monitoraggio delle vaccinazioni tra i popoli originari e la segreteria speciale della Salute nativa del ministero della Sanità. Stando a quanto affermano gli attivisti di Reporter Brasil, delle 755mila persone di età pari o superiore ai 12 anni che risiedono nelle Terras Indigenas, a circa 341mila sono stati somministrate entrambe le dosi del siero contro il Covid-19, a dieci mesi dall'inizio della campagna vaccinale. La media nazionale è invece del 66 per cento, e si conta anche un nove per cento di cittadini brasiliani che hanno ricevuto la terza dose. Secondo gli autori della ricerca, le interviste raccolte per la ricerca hanno dimostrato che il basso tasso di immunizzazione si deve a una grande circolazione di disinformazione, non controllata e spesso direttamente alimentata dal presidente Jair Bolsonaro, all'influenza delle chiese evangeliche ma anche a problemi logistici per quanto riguarda la conservazione dei sieri e a ritardi nella campagna di distribuzioni tra i minori di 18 anni, cominciata con quattro mesi di ritardo rispetto al previsto.
FONTE: Agenzia Dire
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