VITTORIO VENETO - Si è conclusa, con il digital-brindisi di rito, la prima edizione del festival internazionale di documentari nato a Vittorio Veneto. Si chiama 30_____70 DOC FEST ed è un festival dedicato ai mediometraggi (dai 30 ai 70 minuti, da qui l’origine del nome) di registi under 35 alla loro opera prima e alla loro prima proiezione in Italia. Un boutique festival innovativo e soprattutto unico in Italia. La prima edizione si è svolta, per ovvi motivi, online - dal 17 dicembre fino al 6 gennaio - ma gli organizzatori sono già al lavoro per la seconda edizione che si terrà a Vittorio Veneto il prossimo autunno. Tanti sono i fattori che hanno determinato il successo di questo progetto ma le parole del sindaco di Vittorio Veneto, Antonio Miatto, che durante la diretta di chiusura ha commentato, rivolgendosi agli organizzatori e al festival: “Vittorio Veneto vi vuole bene” sintetizzano molto bene quella che è stata la risposta del pubblico.
IL SUCCESSO NEL TERRITORIO - Oltre all’amministrazione comunale, che ha appoggiato il progetto da subito e che ha già confermato il suo supporto per la prossima edizione, è stato proprio il territorio a rispondere positivamente alla manifestazione. Un successo che ha coinvolto in una prima fase gli spettatori di Vittorio Veneto e dintorni e, nei giorni successivi, si è allargato a tutta l’Italia. Percorso parallelo seguito anche dalle scuole secondarie superiori coinvolte, prima Vittorio Veneto e Oderzo seguite poi da Venezia, Padova, Cittadella, Schio e Firenze.
I NUMERI - A raccontare molto bene il successo di questa prima edizione sono i numeri: 400 le donazioni effettuate, con una media di due spettatori per ogni abbonamento davanti allo schermo per vedere i 10 film in concorso e 3 fuori concorso durante 21 giorni di festival. E ancora 12 interviste con i registi, 5 incontri speciali per permettere agli studenti di dialogare direttamente con alcuni registi, 2 premiazioni e una festa di chiusura, il tutto chiaramente in diretta streaming su diverse piattaforme per stimolare la partecipazione in prima persona e l’inclusione del pubblico, hanno permesso di raggiungere e attivare un pubblico di 25.000 contatti in tutta Italia.
LE SCUOLE - Sono in totale 540 gli studenti e i docenti da 7 plessi scolastici, licei artistici, linguistici e delle scienze umane, istituti turistici, hanno partecipato guardando i film del concorso e seguendo attivamente i dibattiti e Q&A in prima persona facendo direttamente delle domande ai registi e giurati, anche in lingua, attraverso le piattaforme di condivisione video e social hanno trovato la modalità a loro più congeniale per rapportarsi con gli artisti e comprendere un lavoro che non è per nulla facile, quello del regista e documentarista.
GLI INTERVENTI ISTITUZIONALI
Antonio Miatto (Sindaco di Vittorio Veneto) commenta: “Forse è proprio una forma d’arte come quella cinematografica che può accompagnarci in una situazione come quella attuale. L’entusiasmo è stato grande sin da subito nell’accogliere questo progetto e sappiate che Vittorio Veneto vi vuole bene e vi aspetta, nella speranza di un rapido ritorno alla normalità, per la seconda edizione del festival”.
IL PREMIO DEL PUBBLICO - Il pubblico del festival è stato coinvolto anche attraverso la votazione online tramite la quale è stato assegnato il Premio della giuria popolare. Riconoscimento assegnato al documentario ALL THAT PERISHES AT THE EDGE OF LAND dal Pakistan, diretto dalla regista indiana Hira Nabi. Un film suggestivo e attuale in cui gigantesche navi vengono smantellate su una spiaggia della regione del Gadani in Pakistan e gli uomini che ci lavorano sembrano formiche al loro cospetto. Il racconto di un disastro ambientale che interessa tutti, lo smantellamento delle navi cargo in mare e l’inquinamento che ne consegue, ma anche i problemi sociali e i diritti degli operai calpestati dagli interessi internazionali. Sempre scelto dal pubblico al secondo posto: TERRE EMERSE di Caterina Erica Shanta - Italia - un viaggio con Antonio, architetto e studioso, alla ricerca di coloro che abitano le periferie tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Una storia diversa sulla gestione e raccolta delle acque, che si fa pretesto per intavolare un discorso politico sull’abitare, sulla costruzione delle città e della campagna, sulla colonizzazione indifferenziata del terreno in tempi di cambiamento climatico e dialogo mancato tra generazioni. Al terzo posto per gli spettatori: BÉGUE di Oliver Duval - Francia - il regista francese racconta la propria storia, e cerca, proprio attraverso il documentario, di comprendere i veri motivi della sua balbuzie, cercando di uscire e sfidandosi in ogni modo per superare il suo problema che gli impedisce di relazionarsi con le altre persone “fluidamente”.
IL PREMIO DELLA GIURIA - La strepitosa giuria internazionale è composta da Francesca Mazzoleni, documentarista italiana dell’anno premiata a Vision du Réel con il primo premio per il suo Punta Sacra, Giulio Casadei, direttore artistico di Brive International Film Festival e MedFilm Festival, e Matjaž Ivanišin, regista di punta del panorama cinematografico sloveno. La Menzione speciale della Giuria è stata assegnata a The Bird Island: “In perfetto equilibrio tra documentario e finzione, rigore bressoniano e poesia del quotidiano, tenerezza e violenza, The Bird Island è un film sulla salvezza come processo di scoperta del mondo, sull’etica del lavoro, sull’ordine naturale e crudele delle cose, dove vita e morte sono indissolubilmente legate. Un film terapeutico che riconcilia con l’esistenza.“ The Bird Island di Maya Kosa e Sergio da Costa, presentato nel Concorso Cineasti del Presente a Locarno nel 2019, è un racconto di formazione ambientato all’interno di un rifugio per uccelli nei sobborghi di Ginevra. Uno dei film più rappresentativi dell’anno appena passato, proiettato in tutto il mondo. Premio della Giuria a Transit Circle: "Un viaggio intimo attraverso paesaggi notturni e in cambiamento. Un coming of age non convenzionale che racconta con sapienza formale e minimalismo poetico un sentimento della vita, l’incertezza verso il futuro, il desiderio, l’appartenenza." Transit Circle, presentato a Vision du Réel nel 2019, è un doppio coming of age che dipinge sullo sfondo la trasformazione quotidiana della megalopoli di Hanqzhou. Un film che ha affascinato la giuria e il pubblico attraverso le sue immagini stratificate.
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