Caso Toti: la questione politica
ROMA – Il caso del governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, come spesso capita nel nostro Paese quando l’interessato ricopra una carica politico-istituzionale, da “caso giudiziario” si trasforma in “caso politico”, con il perimetro del primo che finisce immancabilmente per intersecarsi con quello del secondo, rendendo consequenzialmente incerta, almeno per chi prova a guardare alla vicenda in modo asettico e neutrale, scevro da posizioni di parte, la linea di demarcazione che c’è tra l’una e l’altra dimensione della vicenda stessa. Certo, chi geneticamente è portato al Garantismo, chi crede fermamente al rispetto delle libertà personali e delle garanzie, costituzionali, poste a loro tutela avverso qualsiasi interferenza ed eccesso dei pubblici poteri, chi pensa che siano inviolabili, nello svolgimento delle indagini e dei processi penali, il diritto di difesa e di libertà dell’indagato e dell’imputato in ogni stato e grado del procedimento, non può non rimanere disorientato e contrariato dalle sistematiche strumentalizzazioni politiche che si stanno verificando sul caso del governatore Toti. Il problema è che il Garantismo nel nostro Paese, oltre che un sempre ghiotto tema “da salotto”, vale a seconda delle convenienze, vale quando si è incudine ma non quando si è martello, vale se sotto accusa è la parte politica a cui si appartiene o per la quale si simpatizza e non nella contingenza opposta. Il caso Toti, in tal senso, ne è una chiara manifestazione. In una fase in cui le vicende giudiziarie e le posizioni sulle stesse montano a ritmo incessante, catalizzano l’attenzione dell’opinione pubblica e registrano il massimo clamore mediatico, scendere in piazza chiedendo a gran voce le dimissioni del governatore sul presupposto di una supposta paralisi della macchina regionale che, a ben vedere, costituisce la stessa ragione per la quale, l’altra parte politica, a contrario, chiede invece che Toti, proprio in forza del suo status di governatore e di esigenze cautelari che non sarebbero tali da giustificare la misura dei domiciliari, sia rimesso nelle condizioni di poter legittimamente governare la Regione Liguria, costituisce una dimostrazione concreta di Garantismo? Affermare che il modello di governo, il sistema di potere ligure, così come emergerebbe dalle carte della Procura di Genova, è un modello/sistema marcio, prima ancora che ci sia stato un rinvio a giudizio degli indagati, che sia intervenuta una sentenza di condanna e, soprattutto, prima ancora che sia divenuta definitiva una sentenza di condanna, è una forma di Garantismo? Il giudizio politico pessimo su come è stata governata sin qui la Regione Liguria, si sarebbe tradotto, a diversi mesi dalla fine della legislatura, in una manifestazione di piazza in mancanza delle annesse vicende giudiziarie? Spostare lo scontro politico sul terreno giudiziario è una forma di Garantismo? Ecco, queste sono alcune delle domande che chi effettivamente garantista è si pone guardando alla vicenda Toti.