Legiferare meglio: un’opportunità e un’esigenza per i legislatori

ROMA – La qualità della legislazione (regolazione) e la semplificazione sono considerate, sia a livello europeo che a livello internazionale, fattori essenziali e decisivi per la competitività e lo sviluppo di un Paese. Ma come si può migliorare la qualità della legislazione?

Istintivamente e concretamente verrebbe da dire: rendendola non solo adeguata agli obiettivi perseguiti, ma anche capace di raggiungere in modo meno dispendioso possibile gli stessi. Forse più facile a dirsi che a praticarsi? Probabilmente, ma una cosa si ritiene possa essere chiaramente affermata: legiferare meglio, presuppone acquisire una consapevolezza ossia quella secondo cui per fare “buone leggi”, per produrre una normazione di qualità, non è sufficiente ricorrere all’uso di un sistema di regole e best practices, di strumenti che vanno dal drafting normativo all’analisi tecnico-normativa del testo, dalla semplificazione alla revisione costante dell’ordinamento giuridico, ma occorre qualcosa di più, che sta a valle della stesura e dell’approvazione della legge.

Tale consapevolezza, a sua volta, muove da un assunto e cioè che l’approvazione di una legge che sia, nei limiti ovviamente consentiti dalla complessità dei suoi contenuti, al tempo stesso chiara, completa e coerente, costituisce solo il primo passo di un processo sicuramente molto più lungo e articolato, che transita anche attraverso la verifica dell’effettiva attuazione della legge stessa e termina con la valutazione degli effetti da essa prodotti, così da poter comprendere se e in che misura le politiche pubbliche definite con la normazione e successivamente avviate abbiano soddisfatto concretamente, in termini di benefici apportati, le esigenze e i bisogni dei destinatari, diretti e indiretti.

Il controllo sull’attuazione delle leggi e la valutazione delle politiche pubbliche che ne conseguono rappresentano, quindi, fattori che sia pure indirettamente concorrono alla crescita della qualità della normazione. Più in generale, si rende necessario governare l’intero ciclo di elaborazione e definizione delle politiche pubbliche e della legislazione corrispondente e, per ottenere i risultati migliori, in ogni fase di tale ciclo si ritiene sia necessario garantire un processo aperto e trasparente che coinvolga, attraverso forme di consultazione pubblica, i cittadini e le parti interessate, anche rispetto alla valutazione dei costi e dei benefici della regolazione. Elementi, quest’ultimi, che hanno una sicura rilevanza anche sul piano più propriamente politico in considerazione della crescente attenzione, da parte dell’opinione pubblica, alla questione della efficacia dell’azione legislativa e delle sue ricadute in termini finanziari, tenuto conto dei processi di spending review.

È proprio la “legislazione della crisi”, difatti, ad aver posto all’attenzione nel nostro Paese il tema della centralità dell’efficienza (anche finanziaria) e della qualità delle politiche pubbliche e, in tale direzione, guidare l’intero processo di elaborazione e definizione delle stesse anche attraverso la semplificazione e razionalizzazione della collegata normazione, evitando in particolare una sua patologica proliferazione, diventa un’opportunità e un’esigenza fondamentale per i policy makers.