Di bellezza si vive?

ROMA – Di bellezza si vive! Ne sono certi i 5.000 minori e le loro famiglie, i 160 tra insegnanti e educatori, le 20 scuole, i 9 territori: Milano e Como, Messina e Catania, Torino e Rivoli, Poli e Roma e i 40 stakeholder territoriali pubblici e privati, i moltissimi artisti, gli scienziati, gli artigiani, gli oratori e parrocchie, gli enti non profit e imprese culturali e creative che hanno generato una comunità educante molto estesa e interdisciplinare, partecipando al Progetto Di Bellezza Si Vive sostenuto da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa, conclusosi qualche giorno fa.

Il Progetto Di Bellezza Si Vive ha avuto dall’inizio l’ambizione visionaria di dimostrare scientificamente che ponendo al centro la relazione affettiva, il corpo e le emozioni la bellezza, intesa come esperienza estetica nel campo dell’arte visiva, della musica, del teatro, della danza, del paesaggio, della cura dei luoghi, nel recupero delle tradizioni rappresenti un’esperienza capace di estendere il potenziale degli individui da un punto di vista emozionale, cognitivo e comportamentale, in poche parole, in campo educativo, ragazzi che potrebbero perdersi, abbandonare gli studi, secondo un tradizionale percorso scolastico, ritrovano un perché, una voglia nello studio e nell’approfondimento. In tutte le azioni svolte si è partiti dai saperi spontanei dei più giovani per inserire man mano saperi scientifici e artistici, attraverso esperienze estetiche.

“La parola bellezza è forse una delle più “abusate” e inflazionate del nostro vocabolario. L’uso che se ne fa tende ad essere retorico o banalizzato, quando confinato ai temi della valorizzazione del patrimonio culturale o dell’economia della creatività.” – interviene Ugo Morelli, referente scientifico del Progetto – “Le neuroscienze e la psicologia ci dicono però che una rivoluzione è sotto i nostri occhi e ridefinisce alla radice cosa siamo come esseri umani. A fondamento di questa rivoluzione c’è anche la bellezza, che lungi dall’essere solo cosmesi, esteriorità o abbellimento, è ontologica ed emerge da esperienze di risonanza che coinvolgono corpo, cervello, mente e relazioni. Quelle risonanze quando sono particolarmente riuscite riescono ad estendere e aumentare in ogni essere umano possibilità e abilità in modi altrimenti irrealizzabili”.

Alla realizzazione del progetto ha partecipato una rete nazionale di partner e scuole, diversi per saperi, e contesti. Un’inedita comunità educante, con un’esperienza esemplare in azioni di accoglienza, educazione, fruizione culturale, ricerca pedagogica e clinica, ricerca scientifica, rigenerazione urbana, formazione di minori e adulti, sperimentazione di economie etiche, solidali e inclusive, capaci di contrastare dispersione scolastica e povertà educativa, promuovere coesione, sostenibilità ambientale. “Il grande lavoro che il partenariato ha fatto insieme è stato quello di investire in una coprogettazione che unisse le competenze di ciascuno, pur mantenendo le specificità come valore, per andare verso esperienze e modelli replicabili”- dice Carlo Garbagna, Responsabile dell’Ufficio Progetti di Cometa.

I partner sono stati molto generosi e coinvolti tanto da contribuire tutti a tutte le azioni svolte sui territori scelti, andando nei luoghi per lunghi periodi e contribuendo con i loro saperi artistici o scientifici alla crescita del progetto in atto e dei ragazzi e dell’intera Comunita’.

Come ad esempio Michelangelo Pistoletto il noto artista riconosciuto come uno dei principali rappresentanti dell’Arte Povera italiana che sia nelle azioni svolte nel Museo di Rivoli che in quelle svolte tra Messina e Catania ha ispirato e stimolato i giovani su discussioni sul cambiamento climatico, la giustizia sociale, il futuro.

Grazie al Castello di Rivoli “le Artenaute” artiste a tutto tondo in grado anche di intercettare sensibilità varie hanno lavorato a stretto contatto con ragazzi e ragazze tra i 6 e i 15 anni in progetti di valorizzazione del territorio o di riscoperta come nel caso di Poli un piccolo comune in provincia di Roma dove ragazzi molto giovani all’inizio non consapevoli e amanti del loro territorio hanno imparato attraverso la fotografia e poi con l’aiuto artistico delle Artenaute hanno decorato la loro scuola – all’inizio vissuta come un cubo di cemento – con un murale che rappresenta lo skyline della cittadina.

Dichiara Paola Zanini, Responsabile del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli – “Nei diversi luoghi in cui siamo intervenuti nel corso del progetto abbiamo assistito a una reale trasformazione delle dinamiche sociali ed educative, grazie soprattutto alla sinergia che si è creata tra i partner all’insegna della massima collaborazione, valorizzando le specificità di ciascuno. È stata un’esperienza entusiasmante, soprattutto per gli studenti che hanno dimostrato molto interesse e per le Artenaute che ancora una volta hanno messo a disposizione la loro arte, la loro professionalità e la loro passione per questo progetto nazionale che tenta di mettere i giovani sempre al centro di ogni attività”.

Ma anche progetti sull’ambiente, la tutela del paesaggio e la sostenibilità, come a Messina dove 70 ragazzi hanno riscoperto e valorizzato il percorso, completamente abbandonato e dimenticato, che conduce dalla Chiesa di Cataratti al Santuario della Madonnuzza nel bosco di Camaro. Il Progetto durato più di un anno, ha visto la collaborazione delle Istituzioni ma anche grandi imprese per la bonifica dei luoghi ormai in anni diventata discarica. Inoltre i ragazzi hanno raccolto storie e tradizioni popolari intervistando gli anziani del luogo per tramandare la tradizione e non mandarla persa e sono in procinto di realizzarne un app di accompagno al percorso. Altra azione ha riguardato il recupero e il restauro professionale del palco reale del teatro sociale di Como ad opera sempre dei ragazzi del progetto con professionisti del settore e maestranze del teatro: ragazzi che non erano mai stati in un teatro hanno a conclusione del lavoro fatto abbonamenti in teatro. Progetti altamente scientifici come la costruzione di una sala immersiva con gli scienziati dell’INFN di Napoli.

“Se la scuola è veicolo per l’acquisizione di conoscenze, se essa ha il compito di affiancare le giovani generazioni nel loro percorso di crescita e di scoperta della propria identità, se ha il compito di sviluppare e potenziare le competenze, essa, allora – afferma Giorgia Turchetto responsabile del Progetto – non può non porsi il problema di quale educazione e di quali competenze di relazione crescono e maturano al suo interno. Imparare a gestire positive relazioni umane, fondate sul rispetto e sul riconoscimento delle differenze è prioritario anche per contrastare la violenza di genere, l’isolamento sociale e i crescenti disturbi giovanili. Gli incoraggianti risultati raggiunti nel corso del progetto ci hanno convinto e spinto a lavorare perché Di Bellezza Si Vive potesse “rompere” gli ostacoli all’innovazione educativa, diventando una “policy”. È nato così Il Manifesto, una carta programmatica che elenca in 9 principi un impegno di responsabilità condivisa, un mandato forte, basato sulla consapevolezza che l’educazione e la cultura sono i luoghi in cui si rinnova costantemente il contratto sociale e politico”.