Elon Musk futuro candidato alla presidenza degli Stati Uniti d’America?
ROMA – Nelle ultime settimane si rincorrono le valutazioni/interpretazioni, da parte dei massimi esperti in politica e relazioni internazionali, su quello che sarà il ruolo presente e futuro di Elon Musk nella seconda amministrazione repubblicana a guida Donald Trump.
L’uomo più ricco al mondo, il numero uno, tra le altre, della piattaforma di social media X, di Tesla e SpaceX è stato, com’è noto, il maggior finanziatore della campagna elettorale di Trump, il suo più convinto e influente sostenitore, anche attraverso la partecipazione attiva, in prima persona, a eventi elettorali per raccogliere consensi; insomma, in una frase, l’uomo più decisivo del successo elettorale del candidato repubblicano.
Inevitabilmente tutti gli osservatori politici si sono interrogati sul perché di tale sfrontata esposizione prima del voto e oggi, con Trump presidente e Musk sempre più attivo al suo fianco, provano, sulla base di elementi più concreti, a formulare ipotesi su quelli che potrebbero essere gli obiettivi, le mire, anche politiche, presenti e future di quest’ultimo.
L’attivismo “politico” di Musk è testimoniato dal fatto che, secondo alcune ricostruzioni, avrebbe preso parte alle telefonate di Trump con il presidente ucraino Zelensky, con il presidente turco Erdogan e il capo di stato della Serbia Vucic, dalle forti tensioni con componenti dello stretto staff di Trump dovute alla sua ingombrante presenza e alla capacità di orientare le scelte del presidente circa nomine “pesanti”, dalla sua stessa nomina a capo del nuovo Dipartimento dell’efficienza governativa, dalle sue dichiarazioni in merito alle politiche che dovrebbero essere intraprese in diversi settori e di quelle, per contro, che andrebbero azzerate. Ma non sono mancati neanche momenti in cui il magnate di origine sudafricana si è dedicato a questioni europee o, più specificatamente, italiane, come nel caso dell’accusa indirizzata alla commissione europea di essere un organismo antidemocratico e del collegato appello al parlamento europeo di riappropriarsi di competenze cedute alla stessa ovvero dell’invito ad andarsene ai giudici della sezione immigrazione del Tribunale di Roma che avrebbero ostacolato, con una loro decisione, la legittima politica del governo italiano in merito al rimpatrio di alcuni migranti.
Tutte situazioni, quelle indicate, che incoraggiano e danno anima a espressioni tipo “Musk Ministro ombra di Trump” o “Musk Presidente ombra degli USA”.
Inquadrare un personaggio come Musk per poterne cogliere pensiero e obiettivi che non siano dichiarati è certamente tutt’altro che facile stante la complessità dello stesso; su una cosa si ritiene tuttavia che tutti, anche chi non lo ama, debbano convenire: Musk è indubbiamente un genio, la sua capacità di creare tecnologia lo ha portato a introdurre in ogni area del settore delle tecnologie in cui si è cimentato a livello imprenditoriale cambiamenti, innovazioni che hanno rivoluzionato l’area inerente esattamente nella direzione da lui indicata, anche quando l’impresa, allo stato dell’arte, sembrava obiettivamente impossibile. Per certi aspetti, dunque, è un visionario, vede o pensa in anticipo cose solo al momento inesistenti e che altri magari interpretano come una percezione distorta o irrealizzabile della realtà. Alcuni esempi? Tesla e SpaceX, creati dal nulla, sono diventati, rispettivamente nel settore automobilistico e aerospaziale, in pochissimi anni di gran lunga leader assoluti a livello mondiale grazie alle innovazioni, che sembravano fantascientifiche, introdotte in tali settori e in settori associati. Il più ambizioso dei progetti annunciati da Musk, quello che gli assicurerebbe la perpetuità nel ricordo ma che dà anche la dimensione del soggetto, è portare l’uomo su Marte entro il 2028.
Un personaggio di così immenso successo, di una ricchezza assolutamente senza pari nel mondo, che verosimilmente ha un ego che lo porta a ritenere di essere competente e portatore di idee vincenti su tutto, che è in grado di influenzare in modo decisivo il risultato delle elezioni negli USA e anche, verosimilmente, le dinamiche geopolitiche, che può esercitare, sui principali leader politici a livello mondiale, il fascino e l’ascendente del potere, della ricchezza e di quanto può mettere in campo con le sue aziende operanti in settori strategici come la sicurezza nazionale e l’industria spaziale, si può credere che sia sceso in campo (solamente) per meglio curare i propri “affari”?
Come ha spiegato Musk, il Dipartimento per l’efficienza del governo a lui assegnato ha una missione ben precisa ossia quella di tagliare di circa 2.000 miliardi di dollari le spese federali, in termini percentuali quasi il 31% del totale, spese che secondo lui non costituiscono un buon impiego dei soldi pubblici; questa operazione, sempre per dare l’idea del personaggio, costituisce secondo Musk un “lavoro abbastanza facile, anche se naturalmente ci sarà molta opposizione da parte degli interessi radicati che ricevono i soldi e non fanno nulla di buono con essi”.
Un’operazione, quella indicata, rispetto alla quale credibilmente giocherà un ruolo essenziale l’intelligenza artificiale (IA) generativa (con la sua azienda “X.AI Corp.” Musk ha sviluppato un modello di IA generativa) e che, se realizzata, determinerebbe un taglio della spesa pubblica senza precedenti nella storia americana e un conseguente prodigioso impatto dal punto di vista economico-sociale attraverso l’impiego delle relative risorse in maniera (più) produttiva; ma implicherebbe anche che Musk diventerebbe un modello a cui ispirarsi o su cui immancabilmente riflettere per tutti gli altri paesi avanzati del mondo, tenuto conto che quella dell’eccessiva spesa pubblica è una questione di centrale rilievo per ognuno di essi.
Posto che c’è tutta la partita dei numerosi conflitti di interessi di Musk, tema questo che richiederebbe una trattazione a parte, una domanda, alla luce delle riflessioni sviluppate, viene spontanea: ma un uomo come Musk può limitarsi al descritto ruolo “politico” o punta invece a succedere a Trump come Presidente degli USA alla scadenza del mandato di questi? A parere di chi scrive, non solo tale eventualità potrebbe essere già stata oggetto di concordamento tra i due, ma appare anche realistica.