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Bubreg na prodaju

Rene in vendita

di Matteo Esposito

 

Nažalost u jugoistočnoj Europi nisu tako rijetki slučajevi da ljudi, zbog financijskih teškoća, pokušavaju prodati svoj bubreg.Tek prije nekoliko dana se saznalo da u Bosni i Hercegovini, Draško Jevđenić (45) iz okoline Laktaša, u Republici Srpskoj, je htio prodati svoj bubreg preko oglasa, kako bi mogao kupiti stan. U šokantnom intervjuu za “Nezavisne novine” Jevđenić je rekao: “Za bubreg tražim 50.000 KM (25.000 euro), to je sasvim dovoljno da riješi moj problem. Imao sam već jednu ponudu, ali je bila slaba i nisam pristao”. Što se tiče posljedica operacije Jevđenić kaže da ne brine za njih, jer mu je najvažnjie riješiti stambeni problem, ali ističe i to da nije znao da je prodaja svojih organa krivično djelo. Ovaj slučaj otkriva nešto već poznato, to jest da ekonomska situacija u nekim državama u regiji je izuzetno teška i svjetska ekonomska kriza je samo pogoršavala već užasne uslove života najranjivijih slojeva stanovništva.

 

Purtroppo nell’Europa sudorientale non sono così rari i casi di persone che, a causa delle difficoltà finanziarie, provano a vendere il proprio rene. Solo qualche giorno fa si è venuto a sapere che in Bosnia e Erzegovina, il quarantacinquenne Draško Jevđenic del circondario di Laktaši in Republika Srpska, voleva vendere il suo rene attraverso un annuncio per poter comprare un appartamento. Nella scioccante intervista rilasciata al “Nezavisne novine” (“Giornale indipendente”), Jevđenić ha detto: “Per il rene voglio 50.000 marchi convertibili (25.000 euro), questo è quanto mi serve per risolvere il mio problema. Ho già ricevuto un’offerta, ma era bassa è non l’ho accettata”. Per quanto concerne le conseguenze dell’operazione Jevđenić dice di non preoccuparsene, perché per lui la cosa più importante è risolvere il problema abitativo, ma sottolinea anche che non sapeva che la vendita di propri organi fosse un reato. Questo caso svela un qualcosa di già conosciuto, ovvero che la situazione economica in alcuni paesi della regione è estremamente difficile e la crisi economica mondiale ha solo peggiorato le già terribili condizioni di vita degli strati più vulnerabili della popolazione.

 

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