La congiuntivite risultata come uno dei primi sintomi dell’infezione coronavirus, accompagnata da febbre alta e quindi seguita dagli altri sintomi ben noti, come tosse, vomito. Li Wenliang, l’oculista 34 enne di Wuhan, è stato il primo in Cina a comprendere la presenza di una nuova terribile epidemia, dando l’allarme nel dicembre scorso proprio notando una crescita esponenziale dei casi di congiuntivite. Non fu capito, anzi fu messo a tacere. Solo alla sua morte, causata dallo stesso coronavirus, è diventato un eroe.
Il Dott. Luigi Marchione, medico chirurgo oculista operante nello storico studio in Via Poggio di Venaco n. 28 ad Ostia Lido (Roma), è intervenuto in esclusiva a Cronaca Diretta per spiegare meglio la correlazione tra le mattie oculari ed il covid-19.
Il coronavirus come può essere trasmesso all’uomo tramite gli occhi?
«Una persona affetta da COVID -19 – anche se asintomatica – starnutendo o parlando può espellere goccioline di saliva che, con un colpo di tosse, acquisiscono una velocità tale da potersi inserire nell’occhio e causare una congiuntivite oculare. Da qui avrà luogo un’infiammazione (con arrossamento, rigonfiamento e sensazione della presenza di corpo estraneo) che può intaccare la cornea. L’oculista, davanti a questi sintomi, dovrà posizionare il paziente davanti allo strumento denominato “lampada a fessura” e diagnosticare il tipo di congiuntivite in atto. Si può andare dalla semplice allergia a quella batterica, passando per la congiuntivite virale. Da qui, poi, si potrà impostare una terapia».
Una volta entrato nell’occhio, come fa il virus a diffondersi in tutto l’organismo?
«Un’infiammazione generica della congiuntiva, normalmente, genera una iperproduzione di lacrime prodotte dalla ghiandola lacrimale principale e dalle ghiandole lacrimali accessorie (anche dette ghiandole di Krause). Tali lacrime vengono riassorbite attraverso i dotti lacrimali, che scendono anatomicamente nel naso e nella gola. Quando una persona piange, normalmente, si soffia il naso e deglutisce le lacrime stesse, che al gusto risultano salate. Il virus presente nell’occhio, così, penetra in naso e gola e si trasmette con facilità alle altre parti del nostro organismo e all’apparato respiratorio».
Come è cambiata la vita all’interno di uno studio medico?
«In questi ultimi 40/50 giorni, ci siamo resi conto che le nostre abitudini sono cambiate, e che le difese da adottare – specialmente in uno studio medico frequentato da persone eterogenee – devono essere improntate alla massima igiene e protezione. Non è sufficiente sterilizzare solamente le mani all’ingresso di uno studio e utilizzare guanti e mascherina. L’ambiente deve, infatti, difendersi da ogni possibile contatto, venendo sanificato almeno tre volte al mese. È indispensabile proteggere il personale che lavora presso lo studio, mantenendo una distanza di almeno un metro e mezzo, proteggendo gli ambienti con schermi di plexiglas o plastica, Anche gli strumenti, una volta utilizzati, vanno sterilizzati sistematicamente. Penso, ad esempio, alla lampada a fessura, un elemento indispensabile per la diagnosi e quindi usato in ogni frangente. Stesso discorso va fatto anche per il tonometro di Goldmann, che – attraverso un tronchetto plastificato – misura la pressione endoculare. Il mio studio si è già attrezzato, dotando tale strumenti di tronchetti finali monouso e quindi non riutilizzabili. In più, le lenti di misurazione della vista, la montatura e tutta la strumentazione sono regolarmente disinfettate alla fine di ogni visita, venendo inserite in contenitori sterilizzanti dotati di raggi ultravioletti. Anche io stesso ho degli accorgimenti da seguire, cambiando sistematicamente i guanti ed arieggiando i locali. Nella sala di attesa, inoltre è stata ridotta la capienza, in ottemperanza del DPCM».
Le visite oculistiche periodiche, è bene ricordare, sono l’unica forma di prevenzione per malattie serie e gravi. Non si possono, infatti, ignorare i segnali che i nostri occhi ci inviano con rossori, bruciori e disturbi di visione. Va compresa l’importanza di sottoporsi regolarmente ad una visita medico oculistica, perché la vista ti salva la vita come ricordato da tanti esperti.
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