BRUXELLES - La commissione per le libertà civili ha approvato giovedì la relazione d'iniziativa di Domènec Ruiz Devesa (S&D, ES) sulla relazione della Commissione sullo Stato di diritto 2020 con 49 voti favorevoli, 10 contrari e 4 astensioni. Evidenzia le aree di miglioramento e definisce le priorità e le preoccupazioni del Parlamento nella protezione dei valori dell'UE.
LA RELAZIONE - I deputati si rammaricano che la relazione 2020 non contenga pienamente i valori dell'articolo 2 e che la Commissione non abbia consultato le parti interessate, compreso il Parlamento, sullo sviluppo della sua metodologia. Ribadendo la richiesta di un meccanismo permanente e globale, sottolineano che l'inclusione di raccomandazioni chiare nelle relazioni future è indispensabile, poiché dovrebbe fungere da base per decidere se attivare uno o più strumenti pertinenti - come la procedura dell'articolo 7, la condizionalità di bilancio meccanismo, il quadro sullo Stato di diritto o le procedure di infrazione.
IL TESTO - Il testo fa riferimento a “il netto deterioramento” dell'indipendenza giudiziaria in alcuni Stati membri e alla crescente “aperta mancanza di conformità con il diritto dell'UE, comprese le sentenze della Corte di giustizia”. Preoccupata per la "mancata reazione legale e tempestiva della Commissione", invita la Commissione a designare tali casi "un chiaro rischio di grave violazione dello Stato di diritto". I deputati denunciano “la pressione politica in Ungheria e Polonia [...] per evitare che i giudici nazionali pongano domande alla CGUE”, in violazione dei Trattati. Esortano la Commissione a includere nelle relazioni future dati sulla conformità degli Stati membri alle sentenze della CGUE e a rispondere in modo appropriato, ad esempio attraverso procedure di infrazione.
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