La Roma di De Rossi: quali prospettive per il prossimo campionato?

ROMA – A due settimane dall’inizio della prossima stagione calcistica, che la vedrà impegnata domenica 18 agosto in trasferta sul campo del Cagliari, la Roma guidata da Daniele De Rossi è da ieri in ritiro in Inghilterra, presso il noto St. George’s Park National Football Centre, impianto ufficiale della federazione calcistica inglese situato nella città di Burton.

La piazza romanista, notoriamente piuttosto umorale, dopo i recenti e ravvicinati acquisti dell’argentino Soulé e dell’ucraino Dovbyk è su di giri, considerando anche che a tali acquisti si aggiunge, in particolare, quello del francese Le Fée e che altri giocatori di rilievo sembrerebbero nel mirino del direttore sportivo Ghisolfi, per completare l’opera di rafforzamento di tutti i reparti della squadra, in totale sintonia con la proprietà e l’allenatore. A fronte dei primi test amichevoli che, per quanto possano valere in questa fase con una rosa incompleta in termini numerici e calciatori con precari e diversificati livelli di preparazione atletica, non hanno entusiasmato, il tema che fatalmente alimenta il dibattito sui social, nelle radio romane e sugli altri mezzi di informazione, è quello delle prospettive della Roma rispetto al prossimo campionato. In particolare, ci si chiede: DDR riuscirà a riportare la Roma in Champions League o addirittura a farla lottare per quel titolo il cui nome, anche solo per motivi di scaramanzia, si evita tassativamente di pronunciare?

Proviamo allora a sbilanciarci in una previsione a bocce ferme, ben sapendo che allo stato essa costituisce un esercizio tanto bislacco quanto avventato, in mancanza di una rosa chiusa di giocatori, per l’imponderabilità dei diversi fattori che possono condizionare l’andamento di una stagione calcistica e avendosi consapevolezza che i piazzamenti di una squadra dipendono, inevitabilmente, anche dal rendimento delle altre squadre con cui ci si batte per raggiungere gli stessi.

Partendo dai dati della scorsa stagione, constatiamo che: rispetto al parco giocatori, al momento la Roma ha perso, limitandoci ai soli giocatori che per caratteristiche, peso specifico e presenze nel corso dell’intero campionato hanno avuto un ruolo importante, il solo Lukaku, a fronte dei ricordati acquisti; tale stagione è ripartibile in due fasi ossia quella a guida Mourinho, fino alla 20^ giornata – in cui la Roma collezionava 29 punti in 20 partite, con una  media di  1,45 punti a partita, frutto di 8 vittorie, 5 pareggi e 7 sconfitte, e si trovava al nono posto in classifica al momento dell’esonero dell’allenatore – e quella a guida De Rossi, dalla 21^ alla 38^ giornata – in cui la Roma raccoglieva 34 punti in 18 partite, vale a dire 5 punti in più rispetto a quella di Mourinho giocando 2 partite in meno, alla media di circa 1,9 punti a partita, frutto di 10 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte (di cui anche quella, all’ultima giornata, contro il motivatissimo Empoli in lotta per non retrocedere, con la Roma che giocava una partita decisamente sottotono non avendo più obiettivi da centrare), e chiudeva al sesto posto in classifica – che spingono alla riflessione che si svilupperà in seguito; De Rossi subentrava in corsa, a poco più di metà campionato, senza quindi aver fatto il precampionato, rilevando una squadra spenta dal punto di vista atletico, con chiarissime difficoltà nell’impostazione del gioco, ridotto di fatto alle sole estemporanee giocate dei calciatori migliori o allo sfruttamento dei calci piazzati ossia il vero marchio di fabbrica del gioco di Mourinho, che tirava pochissimo in porta, senza peraltro mai avere una retroguardia ermetica.

Muovendo da dette constatazioni oggettive ossia basate sui numeri e su fatti concludenti difficilmente opinabili, se ci basassimo sulla sola media punti realizzata da De Rossi, la Roma avrebbe totalizzato lo scorso campionato 72 punti e si sarebbe quindi piazzata al terzo posto in classifica, dietro Inter e Milan e davanti a Juventus, Atalanta e Bologna, che sono le altre squadre entrate in Champions League. Proprio con riferimento al Milan, seconda in classifica con 75 punti, di cui 6 raccolti con la Roma di Mourinho battuta nettamente sia all’andata sia al ritorno, ripensando a come la Roma di De Rossi l’ha invece battuta sia in trasferta sia in casa nei due match dei quarti di finale di Europa League, viene anche spontaneo pensare che con De Rossi in panchina fin dall’inizio, nemmeno il secondo posto, in un campionato come quello scorso, sarebbe stato impossibile. Ragionamenti astratti? Privi di controprova? Figli di valutazioni pertinenti, ma non per questo ancora attuali? Forse, chissà!!!

Su una cosa però tali ragionamenti dovrebbero far riflettere rispetto alle prospettive della Roma nella prossima stagione e cioè che se i piazzamenti del campionato 2024/25 dovessero essere anche la conseguenza dei valori espressi dalle squadre nel campionato scorso, la Roma, a parere di chi scrive, non partirebbe né dal nono posto in cui l’ha lasciata Mourinho, né dal sesto posto in cui l’ha condotta De Rossi.