L’estate sta finendo?

ROMA – «L’estate sta finendo e un anno se ne va …» recita una conosciutissima canzone, del 1985, del duo Stefano Righi e Stefano Rota – in arte Righeira – che a circa quarant’anni dalla sua uscita ricorda ancora, a chi li ha vissuti, gli straordinari anni ’80. Erano gli anni che i ragazzi di allora, in particolare, rievocano come gli anni della spensieratezza, del divertimento, della voglia sana e genuina di vivere, dei juke box nei bar, di una giovinezza e di un tempo che non torneranno mai più, in cui tutto sembrava possibile, in cui la fine dell’estate, che di quegli stati d’animo, di quel modo di interpretare e vivere la vita costitutiva la magnificazione, determinava anche uno scenario malinconico, reso magari ancora più triste dalla fine di un amore estivo.

Senza voler fare della facile retorica sembra obiettivamente difficile pensare a un simile scenario per l’attuale decennio degli anni duemila, anni più che mai contrassegnati dai social network e dal diradarsi dei rapporti sociali, dall’intelligenza artificiale, dal COVID-19 e dalle sue varianti, dai confitti armati accesi in varie parti del mondo che quotidianamente rubano la scena ai mezzi di informazione, dalle tante incertezze e paure che emergono e affliggono un po’ tutti. Ma non vi è dubbio che gli attuali anni sono anche quelli in cui le stagioni meteorologiche di una volta, contraddistinte anche dalla nettezza della durata e delle temperature che le caratterizzavano, non esistono più.

Come dimostra la scienza, infatti: la durata dell’estate è aumentata di molto mentre quella dell’inverno è diminuita, esattamente come durano meno la primavera e l’autunno; sono in atto cambiamenti climatici, fenomeni meteo sempre più violenti, intensi e distruttivi, costantemente più frequenti e difficili da prevedere, anche a causa delle temperature elevate e del conseguente enorme calore preesistente, che fa da vera e propria miccia non appena si verifica un calo della pressione, anche di modesta entità. Fenomeni quest’ultimi che, proprio con riferimento alla loro prevedibilità, mettono forse in crisi i modelli meteo utilizzati, concepiti e sviluppati su un “clima appartenente al passato”. Ed è proprio a causa della nuova realtà climatica quindi, in cui l’incertezza dei fenomeni meteo è diventata la regola, che occorre essere sempre consapevoli del fatto che anche una semplice allerta gialla non esclude che, localmente, possano verificarsi fenomeni violenti.

Anche l’estate 2024 sta seguendo la stessa piega, con la seconda metà del mese di giugno caratterizzata, in alcune regioni del Nord, da temporali eccezionalmente intensi e violenti, accompagnati pure da abbondanti grandinate, grandinate che si sono ripetute nella prima settimana del corrente mese di agosto a Torino. In tutto questo si inserisce il mese di luglio che, come rileva il servizio Copernicus, è stato sia il secondo luglio più caldo della storia sia il secondo mese più caldo a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 16,91 gradi centigradi, dati questi superati solo da quelli registrati a luglio 2023. Ma luglio 2024 è stato anche il mese in cui la Terra ha sperimentato i suoi due giorni più caldi in assoluto: la temperatura media globale giornaliera ha raggiunto 17,16 gradi il 22 e 23 luglio. Queste temperature da record, spiega la Nasa, fanno parte di una tendenza al riscaldamento a lungo termine causata dalle attività umane, principalmente dall’emissione di gas serra.

E ora cos’altro possiamo aspettarci dopo l’ondata di caldo che ha interessato l’Italia nelle ultime settimane? Esattamente ciò che si sta verificando da ieri, che sta proseguendo nella giornata di oggi e che sembrerebbe segnare la fine dell’estate 2024: nubifragi e grandine, seguiti da forti raffiche di vento, con crollo delle temperature di almeno 10 gradi, il tutto conseguente a una perturbazione atlantica con aria fresca proveniente dalla Scozia e con la Protezione Civile che ha emesso anche un’allerta gialla in gran parte delle regioni.