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Bologna, una panchina gialla a Casalecchio di Reno per Giulio Regeni

Bologna, una panchina gialla a Casalecchio di Reno per Giulio Regeni

Durante la cerimonia, è stato fatto ascoltare un messaggio che i genitori di Regeni hanno inviato ieri sera ai promotori dell'iniziativa

ROMA – Una nuova panchina gialla, per continuare a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni, è stata inaugurata questa mattina a Casalecchio di Reno, Comune alle porte di Bologna. A sollevare la bandiera della pace che la teneva coperta il sindaco Massimo Bosso, insieme al vice responsabile regionale di Amnesty, Paolo Cicognini, e a Rita Monticelli, delegata del sindaco metropolitano Matteo Lepore per i diritti umani.

LA CERIMONIA – Durante la cerimonia, è stato fatto ascoltare un messaggio che i genitori di Regeni hanno inviato ieri sera ai promotori dell'iniziativa, durante il direttivo della Casa per la Pace di Casalecchio. "Vi ringraziamo tanto e siamo con voi col cuore- dicono il papà e la mamma di Giulio- abbiamo detto che verremo, e verremo. Con la pandemia siamo usciti il meno possibile, abbiamo verità e giustizia da raggiungere, quindi stare in forma è importante. A presto". Il sindaco spiega: "Abbiamo svolto tante attività per la verità e la giustizia su Regeni, siamo rimasti colpiti nel nostro territorio da questa vicenda. Siamo vicini da sempre alla famiglia, la panchina è un simbolo e ha un valore importante. Ci impegneremo ancora per dare il nostro contributo per ottenere verità e giustizia per Giulio". La panchina gialla "è un filo che unisce vari paesi d'Italia, piccoli e grandi, per cercare verità e giustizia per Giulio- spiega Cicognini- sono oltre 70 adesso e sono un segno importante per tenere alta l'attenzione. Speriamo sempre che si riesca ad avere i veri colpevoli e i veri mandanti". Monticelli dal canto suo cita il recente incontro tra i genitori di Regeni, il premier Mario Draghi e la ministra della Giustizia, Cartabia. "Abbiamo visto passi concreti negli ultimi giorni- sottolinea la delegata del sindaco- e vogliamo credere che la promessa di Cartabia di andare a Il Cairo sia un passo decisivo. Ma non vogliamo che sia un'attesa vuota, la nostra voce continuerà a farsi sentire. E anche l'Università in tutta Europa dovrà impegnarsi per la libertà della ricerca e dei ricercatori".

 

FONTE e FOTO: Agenzia Dire

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