Potere, corruzione e tradimento: Kings, drammaturgia originale tratta dall’Enrieide di Shakespeare, condensa in un unico spettacolo l’inarrestabile corsa verso il potere della monarchia inglese. Sette attori in scena, l’ambientazione in un cantiere postmoderno, costumi che accompagnano il percorso dello spettacolo, dal medioevo fino all’epoca contemporanea. Sono questi gli elementi di uno spettacolo che vuole parlare dell’Inghilterra del XIV secolo alla luce del nostro tempo. Riccardo II, Enrico IV, Enrico V diventano gli emblemi di una parabola storica irrefrenabile: se con Riccardo II la monarchia è emanazione divina e caposaldo intoccabile, con Enrico IV ed Enrico V il potere si sgretola e conduce ad una nuova concezione che trova fondamento sul consenso del popolo. Lo scorrere della storia dalla legge al caos, dall’ordine al disordine, il gioco tragicomico del potere, che si ripete sempre uguale, inframmezzato da battaglie, incoronazioni, sacrifici di nuovi capri espiatori, ma anche una storia di padri contro figli, di uomini contro donne. Il potere si sfalda nella sua ripetizione. I toni diventano grevi e il mondo si appallottola e diventa una grande abbuffata. La corruzione dilaga. Così come oggi gli scandali del Mose e dell’Expo rimettono al giudizio del popolo l’operato della politica, la trasformazione del potere nell’Inghilterra del XIV secolo passa attraverso crimini e flussi di denaro. Cambiano i re, ma non la sostanza delle cose. Il salvatore di oggi sarà il capro espiatorio di domani.
ROMA – Ancora arbitro protagonista in Serie A. Nel corso di Roma-Genoa, valevole per la 24ª giornata del massimo campionato, il signor Rosario Abisso annulla, dopo la consultazione del...
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