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Energeurope: The real european mistery.

“Energeurope”: Il vero giallo europeo.

di Valerio Cruciani

 

How can the old continent effort to change the entire system of energetic sustenance? That's the real question that comes out when one tries to put togheter the international obbligation to reduce CO2 emissions and the people'd dictate to live in a nuclear-free Europe. In Germany few days ago the governament make the decision to halt nuclear up to 2022. Lately in France, even though has always been a good and agreeable income, the nuclear is started to become unpopular. In Italy, thanks to the economical necessity to import large quantity of oil from Russia, the governament has tried to put the nuclear again, but people immidiately propose an abrogative referendum that is going to show the results in few weeks. Other nations of Europe now have more important problems to face (like the economic-political crisis) so the decision is relegated as always to the top of UE. The road for solving this energetic puzzle seems clear: the green, renewable, clean, safe energy that comes from water (hydroelectric), air (eolic), fire (solar panels) and earth (biomass), the ancient ellenic elements. Of course this seems to be more a pathway than a highway since switching to these energetic sources will force people to decrease the consume of energy and to accept moments without possibility to access the energy. So to speak, “consume” must become “saving” and “always disposable” must become “temporary unavailable”.Will the old continent be able to open a new energetic path?

 

 

L'UE oltre a dover fronteggiare la crisi economica si ritrovano anche in una morsa che stringe da due lati, che li costringe a rivalutare le loro risorse energetiche in modo profondo. Da una parte l'obbligo internazionale di diminuire le emissioni di Co2 per il bene ecologico ed economico del pianeta. Dall'altro il dettame che viene dal popolo che, complice il disastro di Fukushima, non si sente più sicuro col nucleare in casa. In Germania pochi giorni fa si è decisa una data definitiva per dismettere le centrali nucleari per sempre: 2022. La vittoria dei verdi nelle amministrative passate ha reso chiara la strada del motore economico dell'Europa. La Francia, che ha appoggiato per prima la guerra che porterà il petrolio libico, non sembra intenzionata a fare a meno del nucleare che, oltre che soddisfare il fabbisogno interno di energia, è anche una fonte importante di esportazione. Nonostante questo le proteste popolari contro il nucleare si fanno sempre più intense e in generale l'opinione pubblica sembra diventare contraria. L'Italia tra due settimane deciderà con un referendum abrogativo se cancellare o no la legge dell'attuale governo che tenta di ristabilire le centrali nucleari nel territorio nazionale. Le altre nazioni, soprattutto quelle del PIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna), hanno prima di tutto una crisi politica da risolvere, facendo così scivolare la crisi energetica in terzo piano. La strada che si delinea appare una sola: l'energia verde, rinnovabile, pulita, sicura ma che porta ad l'inevitabile conseguenza della diminuzione del consumo di energia pro capite sia in termini di quantità sia di disponibilità. In altre parole il “consumo” deve diventare “risparmio” e il “sempre disponibile” deve diventare “possibilità di farne a meno”. Riuscirà il vecchio continente ad aprirsi una nuova strada energetica?

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