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Salute

Medicina rigenerativa, presto un “tetris biologico”

Si è svolto a San Marino il 5 maggio il forum sulla medicina rigenerativa e tissutale con oltre 500 specialisti

di Ludovica Vavalà

MARINO – La medicina rigenerativa è nata negli anni ’90 e l’Italia è stata tra i primi a fare ingegneria tessutale. La disciplina è passata attraverso una complessa evoluzione, contaminata anche da modifiche a livello legislativo e dal progresso tecnologico, fino a raggiungere oggi una nuova generazione di impianti che può migliorare la qualità dell’intervento clinico, i cui benefici stanno per essere validati da diversi lavori scientifici. «Sicuramente questo nuovo approccio permette di essere meno invasivi» spiega il prof. Stefano Zaffagnini, direttore Istituto Rizzoli Bologna. «Si tratta di un trattamento che prevede l’impiego di prelievi di sangue o di cellule del grasso che vengono iniettate nell’articolazione, un metodo che attrae il paziente per la sua semplicità e per il miglioramento della sintomatologia clinica, grazie alla riduzione di quegli enzimi che causano la lesione artrosica».

LA RICHIESTA - Esiste oggi un’ampia richiesta di trattamenti per lesioni cartilaginee sia locali che diffuse. Ginocchia che hanno subito interventi in età giovanile, si ritrovano intorno ai 40 anni con delle usure importanti, artrosi o altre sofferenze; sono troppo giovani per mettere una protesi e troppo vecchi per altri trattamenti di tipo rigenerativo completo. Questo è il bacino d’utenza che avrà i maggiori vantaggi dalla medicina rigenerativa. «Una categoria che ha un potenziale notevole: tenderà infatti a crescere nei prossimi anni, come conseguenza delle operazioni degli scorsi decenni, durante i quali l’approccio chirurgico era diverso» aggiunge il prof. Zaffagnini. «Nella mia esperienza, ho già applicato queste cellule staminali a un centinaio di pazienti nello scorso anno con buoni risultati».

IL PROGETTO – Nasce la prima Biological Company Europea, con il trattamento a 360° delle malattie degenerative con un approccio curativo e conservativo e non più sostitutivo. «Il nostro obiettivo è unire ricerca, sviluppo, produzione di Biomateriali e Medical Device per la medicina rigenerativa con le reali necessità cliniche di ciascun paziente. Lo scopo finale è quello di estendere le opzioni terapeutiche, semplificare le procedure chirurgiche, ridurre i tempi di ricovero e recupero» afferma Marco Miniero, Presidente di Tiss’You.

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