ROMA - Nel marzo del 2019 gli Stati Uniti organizzarono un raid aereo a Baghuz, in uno degli ultimi atti della guerra contro l'Isis. L'attacco però non ebbe l'esito sperato. Invece dei combattenti di Daesh, a rimanere colpiti furono principalmente civili, che morirono a decine, specialmente donne e bambini. A due anni da quel terribile incidente, ora finalmente gli Usa ammettono le colpe e fanno un conto delle morti: ottanta. A fare leva sull'opinione pubblica, per quell'attacco, anche un'inchiesta del New York Times in cui si rivelavano i minuti precedenti al raid e il panico di quelli successivi, una volta che le forze armate si sono accorte dell'errore.
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