ROMA - Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, in audizione in Commissione Finanze della Camera sul decreto Dignità, ha detto: «Se nelle sedi istituzionali opportune mi venisse chiesto di lasciare il mio incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze, ma ciò che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni on line e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale».
IL COMMENTO - «Soprattutto - ha proseguito - non sono affatto disposto ad accettare l'idea che chi ricopre l'incarico di presidente dell'Inps debba in tutto e per tutto sposare le tesi del Governo in carica. L'esecutivo che mi ha nominato non mi ha mai chiesto di giurare fedeltà al suo programma, né io avrei mai accettato di farlo. Chiedo lo stesso rispetto istituzionale a questo esecutivo, non tanto per me stesso, quanto per la carica che ricopro. L'Inps ha 120 anni di storia alle spalle, è un'istituzione che ha contribuito a tenere insieme il Paese in anni molto difficili. Obbligare il suo presidente a schierarsi politicamente significa rendere l'istituzione che ho il grande onore di presiedere un'istituzione che promuove il conflitto anziché la coesione sociale e svilire le grandi competenze che ha al suo interno».
ROMA – Ancora arbitro protagonista in Serie A. Nel corso di Roma-Genoa, valevole per la 24ª giornata del massimo campionato, il signor Rosario Abisso annulla, dopo la consultazione del...
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