ROMA - “Dobbiamo tutti unirci per combattere il traffico illecito di beni culturali”. Con questa call to action l’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura) chiama in causa tutto il mondo per celebrare oggi, 14 novembre, la Giornata internazionale contro il traffico illecito di proprietà culturale. Un modo, si legge sul sito dell’organizzazione, per ricordare a tutto il mondo che ruberie e traffico illegale di oggetti appartenenti alla cultura, all’identità e alla storia delle popolazioni di tutto il mondo è un fenomeno globale e che oggi è il giorno giusto per combattere insieme per cercare di fermarlo.
LE CAUSE - “Il traffico illecito di beni culturali ha molte cause e l'ignoranza e l'etica inadeguata sono alla radice”, scrive l’Unesco sul proprio sito. “I beni culturali scambiati illecitamente vengono spesso trasferiti tramite mercati illeciti in tutto il mondo o tramite mercati leciti come le aste, anche su internet. Le persone, i governi, il mercato dell'arte e le istituzioni possono fare la loro parte per combattere questo fenomeno sensibilizzando, essendo informati ed etici nell'acquisto e nella vendita di oggetti d'arte e culturali, promulgando e rispettando le leggi e proteggendo il patrimonio culturale e la proprietà” è, infine, il suggerimento che l’organizzazione dà per aiutare a contrastare questo fenomeno.
LA GIORNATA - La Giornata internazionale contro il traffico illecito di proprietà culturali è stata istituita durante la 40esima Conferenza Generale dell’Unesco nel 2019, come strumento per sensibilizzare i cittadini di tutto il mondo su un tema spesso oscurato ma contro il quale basterebbe attuare dei piccoli provvedimenti da parte di tutti per poterlo contrastare. Oltre all’attenzione nell’acquisto di determinati oggetti d’arte e culturali, infatti, l’Unesco ricorda anche l’importanza dell’utilizzo di misure attive da parte delle istituzioni, già sviscerate durante la Convenzione sui mezzi per vietare e prevenire l'importazione, l'esportazione e il trasferimento illeciti della proprietà di beni culturali tenutasi nel 1970.
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