ROMA – Dopo aver ricevuto numerose accuse da parte dei suoi colleghi del Movimento, l’ex ministro pentastellato Lorenzo Fioramonti parte al contrattacco e si rivolge al M5S e alla Casaleggio associati. In un post su Facebook, Fioramonti si difende dall’accusa di non aver restituito correttamente i soldi delle rendicontazioni. «Sono state puntuali per tutto il 2018. Basta consultare il sito tirendiconto.it per vederlo. Poi, all’inizio di quest’anno, quando si è passati da una donazione sul Bilancio dello Stato ad un bonifico da effettuare su un conto privato (che ha suscitato non poche polemiche nel gruppo parlamentare), centinaia di parlamentari hanno sospeso le restituzioni in attesa di chiarimenti. Nel mio caso, ho continuato a farle sul conto del Bilancio dello Stato e poi ho deciso di devolvere gli ultimi mesi (per un totale di meno di 20 mila euro, e non di 70 mila come riportato dai giornali) al Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, centro pubblico di ricerca in procinto di attivazione a Taranto», ha scritto.
IL MOVIMENTO - Non mancano, però, le accuse rivolte direttamente al Movimento di cui fa parte. In particolar modo sul metodo «farraginoso e poco trasparente con cui si gestiscono» le restituzioni dei parlamentari. «Qualcuno - domanda Fioramonti - potrebbe chiedersi: ma avete accettato tutto questo quando vi siete candidati? La risposta è no, perché il metodo è stato scelto (o meglio imposto) dopo le elezioni, andando palesemente contro quanto annunciato ai candidati in campagna elettorale».
LA CASALEGGIO ASSOCIATI - Ombre di risentimenti si notano anche rispetto alla società Casaleggio associati che, secondo Fioramonti, ha un ruolo che «rimane a tutti poco chiaro».
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