BRUXELLES - Mercoledì, il Parlamento ha adottato una risoluzione, con 358 favorevoli, 309 contrari e 26 astensioni, che fornisce raccomandazioni sulla protezione dei diritti umani nel quadro della politica esterna di asilo e migrazione UE. Il testo rileva che, dal 2016, l'UE e alcuni Stati membri hanno concluso molti accordi e intese bilaterali informali con paesi terzi sul rafforzamento delle capacità di controllo e gestione delle frontiere, sulla lotta al traffico di esseri umani e sul rimpatrio e la riammissione dei migranti irregolari.
LA RISOLUZIOENE - La risoluzione evidenzia diverse tendenze preoccupanti sui diritti umani che derivano da tali accordi informali, che sono conclusi senza il dovuto controllo democratico e la supervisione parlamentare e non sono soggetti al controllo giudiziario. I deputati inoltre esortano la Commissione europea a negoziare e firmare accordi formali di riammissione con i paesi terzi e notano l'assenza di adeguati meccanismi operativi di segnalazione, monitoraggio, valutazione e responsabilità per seguire i casi individuali e rispondere alle potenziali violazioni, così come la mancanza di rimedi giudiziari efficaci per le persone i cui diritti potrebbero essere stati violati. Il PE sottolinea che i diritti dei richiedenti asilo dipendono proprio dalla possibilità che un tribunale verifichi l’avvenuta violazione dei loro diritti umani.
I FINANZIAMENTI - Una panoramica completa e pubblica dei finanziamenti UE ai paesi terzi per facilitare la cooperazione sulle questioni migratorie rimane tutt’ora indisponibile, nota il testo. I deputati chiedono alla Commissione di garantire la piena trasparenza, anche stabilendo una tale panoramica.
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